Storie positive di intelligenza artificiale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-08-2023]
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Storie positive di intelligenza artificiale
Come tante altre tecnologie, anche l'intelligenza artificiale si presta a usi positivi e a usi negativi: dipende con che criterio la si adopera. L'esperto di intelligenza artificiale Stuart Russell, intervenuto pochi giorni fa al vertice "AI for Good" delle Nazioni Unite tenutosi a Ginevra, riassume questo criterio in un'intervista a Swissinfo con queste parole:
[CLIP: voce inglese, coperta da voce italiana che dice "Il modello di business non è 'posso risparmiare licenziando tutto il mio personale?' Il modello di business è che ora possiamo fare cose che prima non potevamo fare"]
Ne avete appena ascoltato un esempio concreto: con i metodi tradizionali e i tempi di produzione di un podcast come questo, scomodare uno speaker solo per fargli leggere in italiano le poche parole del professor Russell sarebbe stato un problema organizzativo e logistico ingestibile. Con l'intelligenza artificiale, invece, la voce può essere generata direttamente da me in una manciata di minuti usando un software come Speechify. Non è lavoro tolto a uno speaker professionista: è lavoro che uno speaker non avrebbe potuto fare e che permette di fare appunto una cosa che prima non si poteva fare: il cambio di voce permette di indicare chiaramente che si tratta di una citazione [le alternative sono cercare di far capire quando inizia e finisce la citazione usando il tono della voce, cosa che mi riesce malissimo, oppure ricorrere a formule poco eleganti come dire "inizio citazione" e "fine citazione"].
Fra l'altro, anche la voce inglese in sottofondo è generata [sempre con Speechify], eppure ha una cadenza molto naturale. Se non vi avessi detto che non è quella del professor Russell, avreste notato che era sintetica? Probabilmente no, e questo crea obblighi etici di trasparenza per chi usa queste voci giornalisticamente. Nulla di nuovo, in realtà, visto che da sempre nel giornalismo si usa far ridire da uno speaker le parole dette da una persona di cui si vuole proteggere l'identità, e si avvisa il pubblico di questo fatto. Tutto qui.
Un altro esempio di cosa che prima non si poteva fare arriva da Chequeado, che è un'organizzazione senza scopo di lucro che si impegna a contrastare la disinformazione nel mondo ispanofono. Ha creato un software di intelligenza artificiale che legge automaticamente quello che viene pubblicato nei social network, trova le notizie vere o false che si stanno diffondendo maggiormente e allerta i fact-checker, i verificatori umani, affinché possano controllarle. Questo permette alla redazione di Chequeado di concentrarsi sul lavoro di verifica e quindi di essere più efficiente e tempestiva nelle smentite delle notizie false. È un bell'esempio positivo, che si contrappone alle notizie di testate giornalistiche [CNET Money] che pubblicano articoli generati dall'intelligenza artificiale senza dirlo apertamente ai propri lettori e licenziano i redattori.
L'intelligenza artificiale offre anche un altro tipo di supporto positivo al giornalismo e a molti altri settori della comunicazione: la trascrizione automatica del parlato. Se frequentate YouTube, per esempio, avrete notato i sottotitoli generati automaticamente, a volte con risultati involontariamente comici. Ma ci sono software specialistici, come per esempio Whisper di OpenAI (la stessa azienda che ha creato ChatGPT), che sono in grado di trascrivere quasi perfettamente il parlato, e di farlo in moltissime lingue, con tanto di punteggiatura corretta e riconoscimento dei nomi propri e del contesto.
Invece di spendere ore a trascrivere manualmente un'intervista, chi fa giornalismo può affidare la prima stesura della trascrizione all'intelligenza artificiale e poi limitarsi a sistemarne i pochi errori [l'ho fatto proprio ieri per sbobinare un'intervista di ben 35 minuti di parlato che spero di poter pubblicare presto]. Gli atti dei convegni, che prima richiedevano mesi o spesso non esistevano affatto perché erano un costo insostenibile, ora sono molto più fattibili. Milioni di ore di interviste e di parlato di programmi radiofonici e televisivi storici oggi sono recuperabili dall'oblio, e una volta che ne esiste una trascrizione diventano consultabili tramite ricerca di testo, e diventano accessibili anche a chi ha difficoltà di udito, tanto che a New York un'emittente pubblica, WNYC, ha creato un prototipo di radio per i sordi, in cui le dirette radiofoniche vengono trascritte in tempo reale dal software addestrato appositamente. Tutte "cose che prima non si potevano fare", per citare di nuovo il criterio del professor Russell, o che si potevano fare solo con costi spesso insostenibili. L'articolo continua qui sotto.
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