Cassandra Crossing/ C'è troppa tecnologia attorno a noi e addosso a noi. Non è solo un problema di privacy, ma di sopravvivenza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-10-2025]
La paranoia è una virtù, verità indiscutibile. Ma spesso si scopre che anche i paranoici sono stati degli ottimisti. Malgrado tutti gli avvertimenti catastrofici già espressi, e come già accaduto in passato, anche stavolta Cassandra si è scoperta ottimista. Vediamo perché.
Già in diverse esternazioni Cassandra aveva spiegato come l'invadenza, anzi l'onnipresenza delle tecnologie di tracciamento rendesse impossibile una difesa efficace, a meno di un impiego di mezzi, tempo ed energie che solo una spia professionista potrebbe forse permettersi. Per questo motivo, Cassandra proponeva non l'eliminazione, ma piuttosto una riduzione intelligente del danno alla privacy, in modo da vivere in una privacy abbastanza buona senza dovervi dedicare troppo tempo, energie e rinunce. Purtroppo questo ragionamento è valido a condizioni al contorno costanti, mentre invece alcune di esse stanno cambiando così rapidamente da rendere i suggerimenti di Cassandra non solo insufficienti ma viziati, perché partono da premesse ormai invalide.
«E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò». «La solita citazione da V for Vendetta» - esclameranno i 24 indispettiti lettori - «ma cosa diamine c'entra in questo discorso?». Lo vedremo a breve. Cosa è cambiato di importante? Tre cose; nessuna di queste è di per sé una tecnologia ma piuttosto una modalità di concepimento e realizzazione delle stesse. Non solo i computer ma anche intere tecnologie stanno scivolando sotto il pelo della percezione, diventando ubique e onnipresenti e scomparendo nel tessuto della realtà.
Il funzionamento continuo e universale di alcuni oggetti tecnologici, che hanno impatti enormi per le possibilità di tecnocontrollo, viene ormai sostanzialmente accettato e ignorato dai più, a causa di un menefreghismo anche socialmente indotto. L'esempio degli smartphone è ormai vecchio, ma guardatelo nel suo complesso; la stragrande maggioranza della popolazione del pianeta, anche in zone poverissime, cosa fa? Viaggia con un oggetto in tasca che fornisce un tracciamento costante della posizione e di una parte importante delle sue interazioni sociali. L'oggetto viene anche utilizzato come fonte primaria di informazione, e questa informazione può essere manipolata con tecniche note e collaudate (remember Cambridge Analytica?) per influenzare il suo possessore. Cosa mai potrebbe già essere andato storto?
Facciamo un altro esempio, in pieno svolgimento; il menefreghismo persiste tra gli acquirenti di autovetture informatizzate (tutte quelle in vendita) e più o meno automatizzate (una minoranza in crescita) che inviano quotidianamente decine di Megabyte di dati al fabbricante riguardanti tutto l'immaginabile riguardo ai percorsi, alla guida e ai comportamenti del conducente, e talvolta persino le immagini delle telecamere e i dati della sensoristica di bordo (remember Tesla?). Queste autovetture sono connesse in maniera impercettibile tramite le tecnologie 5G ed eSIM, senza che questo sia reso visibile in alcun modo ai proprietari. I tapini, magari lasciando il sistema di intrattenimento di bordo senza SIM, sono convinti che la loro auto sia sconnessa e che spegnendo anche il cellulare nessuno sappia dove vanno.
Nessuno che abbia una vaga idea di informatica può considerarsi assolto solo perché le auto di oggi sembrano uguali a quelle di 10 anni fa! E cosa dire dei gadget indossabili più recenti, che funzionano solo ed esclusivamente se connessi con account del produttore, e che ci rendono dei sistemi di sorveglianza ambulanti, materializzando una parte di quello che è così ben descritto in Minority Report? Il tracciamento oculare che alcuni device eseguono è considerato il dato più invasivo di sempre per tracciare le intenzioni di chi lo cederà, comprando gadget per fortuna non ancora arrivati sul mercato. Vogliamo guardare non indietro ma avanti e fare il mestiere di profetessa? Chi si preoccupa degli impieghi meno virtuosi (ma per la terza legge di Zuboff certamente già studiati) di quello che si sta sperimentando sulla prostetica e gli impianti neurali?
Cassandra è stanca di ripetere in maniera diversa sempre le stesse cose. Non annoiata, non arrendevole, ma stanca. Perciò termina con il finale della citazione già iniziata, antica ma sempre incredibilmente attuale. «Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole... non c'è che da guardarsi allo specchio».
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