I contenuti gratuiti stanno affossando l'industria a luci rosse.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-05-2014]
C'è soltanto un'industria che si lamenta più della RIAA e della MPAA per la pirateria: è l'industria del porno.
L'avvento di Internet e dei siti che, imitando YouTube nella forma, offrono contenuti per adulti ha messo in ginocchio il mercato dei film a luci rosse, o così sostengono coloro che ne fanno parte.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata un'uscita di Samuel Jackson: l'attore ha dichiarato che siti come RedTube sono uno dei più grandi successi della cultura popolare.
L'affermazione ha scatenato l'ira delle pornostar, che hanno dato il via a una campagna volta a difendere le produzioni originali: la Pay For Your Porn Campaign.
«Acquistare i contenuti assicura che il prodotto sia migliore, fornito in formati di qualità maggiore, e permette la creazione di nuovi contenuti per adulti» sostengono i promotori della campagna. «La pirateria del porno fa male a tutti, dai creatori dietro le scene alle pornostar che i fan amano guardare».
«Tutti hanno bisogno di guadagnarsi da vivere» proseguono i promotori. «Il furto non fa altro che portar via la possibilità di farlo a decine di migliaia di persone che lavorano nell'industria dei contenuti per adulti».
Secondo David Kay, di Porn.com, anche l'industria del porno deve però cambiare il proprio modo di porsi.
«Il mercato deve adottare un sistema di prezzi alla Netflix, chiedendo sette o dieci dollari al mese anziché gli attuali 39,95 dollari al mese comunemente richiesti. Noi siamo passati a questo regime di prezzi anni fa, e siamo una delle poche aziende in buona salute».
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Maary79