Attenzione all'ambiente o mossa pubblicitaria?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-04-2019]
L'azienda svedese di abbigliamento H&M ha dei modi originali di dimostrare il proprio attaccamento all'ambiente.
Lo scorso anno strinse un accordo con una centrale elettrica per fornirle capi di vestiario da bruciare per produrre energia elettrica. Quest'anno s'è messa invece a realizzare vestiti con frutta e alghe.
La nona edizione della linea Conscious Exclusive, infatti, è stata sviluppata in collaborazione con aziende tessili specializzate nel trasformare gli avanzi di cibo in fibre e tessuti.
Troviamo così la pelle vegana di Piñatex, fatta di foglie d'ananas, oppure l'alternativa alla seta costituita da bucce d'arancia e ideata da Orange Fiber, senza dimenticare le suole per scarpe fatte con le alghe ideate da Bloom Foam.
Sono questi i materiali con cui sono realizzati i capi della collezione, che in apparenza è completamente eco-compatibile ma in realtà nasconde un lato meno positivo.
Le varie fibre derivate dagli scarti vengono comunque trattate con agenti chimici allo stesso modo con le fibre usuali, per evitare che col tempo si biodegradino: così però il loro impatto sull'ambiente, da questo punto di vista, non è diverso da quello dei materiali adoperati normalmente, e una volta usate per i vestiti non possono più essere riciclate.
Resta la buona volontà di recuperare quei materiali che altrimenti finirebbero nelle discariche, operazione che evita il consumo di altre risorse naturali.
I critici, d'altra parte, sottolineano come l'intera linea d'abbigliamento dichiarata eco-sostenibile sia in realtà più che altro una mossa pubblicitaria: ben vengano i vestiti fatti di foglie d'ananas ma, se si volesse convertire l'intera produzione a questo materiale, non ci sarebbero abbastanza ananas al mondo da soddisfare la domanda.
Per questo motivo esperti come Linda Greer, del Natural Resource Defense Council, sostengono che questo genere di iniziative siano poco efficaci: ciò che serve cambiare è la mentalità legata al mondo della moda, in cui in media un vestito viene indossato solo cinque volte prima di venir gettato.
«Le aziende devono concentrarsi su ciò che importa maggiormente e smetterla di sprecare tempo su queste iniziative dilettantesche che non funzioneranno mai in un'economia di scala» ha concluso Linda Greer. «Non fanno altro che cercare di solleticare la nostra fantasia».
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