Consuma troppa energia e impedirà di raggiungere gli obiettivi fissati per la salvaguardia del clima.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-11-2021]
Mentre El Salvador (o almeno il suo presidente) abbraccia i Bitcoin con entusiasmo, la Svezia osserva con preoccupazione il fenomeno delle criptovalute.
A infastidire gli svedesi - e in particolare Erik Thedéen, direttore generale dell'autorità di vigilanza Finansinspektionen - non sono le questioni finanziarie o economiche, ma quelle energetiche e climatiche; non a caso dello stesso avviso di Thedéen è Björn Risinger, direttore della Naturvårdsverket, l'agenzia per la protezione dell'ambiente.
Produrre - minare, come si dice in gergo, facendo un calco sull'inglese mining - criptovalute è un'attività che richiede parecchia energia e l'aumento di tale consumo registrato in Svezia spinge Thedéen e Risinger a temere che le conseguenze saranno estremamente negative per l'ambiente.
In una lettera aperta, i due hanno spiegato come tra gli scorsi mesi di aprile e agosto il consumo di energia per il mining dei Bitcoin sia arrivato a equivalere al consumo di elettricità di 20.000 abitazioni.
Una tale situazione risulterebbe quindi insostenibile per un Paese che intende rispettare gli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi sul clima.
La lettera contiene perciò una richiesta all'Unione Europea, affinché in tutto il territorio della UE venga bandito il mining tramite sistemi proof-of-work e affinché la Svezia impedisca l'avvio di nuove operazioni di mining, oltre a vietare alle aziende che investono in criptovalute di definire le proprie attività come «sostenibili dal punto di vista aziendale».
«Attualmente con la stessa energia che serve per generare un singolo Bitcoin è possibile guidare un'auto elettrica di medie dimensioni per 1,8 milioni di chilometri» hanno scritto Thedéen e Risinger. «È l'equivalente di 44 giri intorno al mondo. Ogni giorno si generano 900 Bitcoin. Non si tratta proprio di un uso ragionevole della nostra energia rinnovabile».
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