Informatica resiliente e sopravvivenza

Cassandra Crossing/ Brillamenti solari, cigni neri e chip.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-05-2025]

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Immagine generata con DiffusionArt.

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Brillamenti solari, cigni neri e chip

Poi le cose peggiorerebbero ulteriormente, perché fin dall'inizio nessun veicolo, nessuna cosa si muove più. Anche se ci fosse ancora energia elettrica, qualsiasi veicolo abbia una centralina o un comando elettronici sarebbe inerte, guasto. Anche la vostra auto.

Probabilmente, se anche sapeste dove trovare i pezzi di ricambio, sarebbero guasti anche quelli. Allora dovreste aspettare che i fabbricanti di chip ne costruiscano di nuovi. No, perché anche loro sarebbero KO con i loro sofisticatissimi macchinari incisori di silicio fermi, forse per sempre.

La gente comincerebbe a morire di fame, di malattie, di violenza nelle strade. Poi, entro qualche mese, mentre nei Paesi una volta chiamati sviluppati alcuni cercherebbero, forse con successo, di tornare indietro solo un paio di secoli; nei Paesi del terzo mondo comincerebbero le carestie vere. Senza concimi, senza grano, senza acqua, senza notizie non si conterebbero più i morti, ma i sopravvissuti. Le megalopoli del secondo e terzo mondo diventerebbero megacimiteri.

La rivoluzione informatica e tecnologica, per chi riuscisse a procurarsi un po' di legna, servirebbe solamente come argomento di racconti dei vecchi intorno a un falò.

Qualcosa potrebbe ovviamente sopravvivere. Tecnologie militari sottoterra, o vecchi microprocessori di fattura rozza e quindi più robusta dal punto di vista elettronico.

Nel qual caso progetti di informatica resiliente come CollapseOS, insieme a qualche 8008, Z80 o 6502 ritrovati su una vecchia scheda potrebbero essere l'inizio di una lenta e molto limitata ripartenza dell'informatica. Perché senza saper fabbricare chip, i pochi computer sopravvissuti diventerebbero oggetti preziosi, da venerare e a cui dedicare un tempio.

Far ripartire il ciclo industriale della produzione di microchip sarebbe un'impresa probabilmente impossibile, certamente non prima che fossero passate generazioni.

Ma ripartire da dove? Quanto in basso saremmo caduti? Rimarrebbe davvero qualcosa delle tecnologie di oggi, per evitare di tornare indietro di secoli? Belle domande.

Ma se il sole si fosse incazzato solo poco di più del normale, se il brillamento solare fosse stato piccolo piccolo, se l'impulso elettromagnetico fosse stato solo poco più intenso dell'evento di Carrington del 1859? Basterebbe probabilmente a distruggere i chip dell'infrastruttura digitale di oggi, mentre invece dei chip progettati in maniera più robusta, tenendo conto di questa eventualità, potrebbero sopravvivere, e con loro gli umani che ne dipendessero.

I progettisti e i fabbricanti di chip e di circuiti elettronici possono infatti prendere contromisure di una certa efficacia contro gli impulsi elettromagnetici. Già ai tempi della guerra fredda venivano prodotti chip rinforzati che potevano sopportare impulsi elettromagnetici prodotti, per esempio, da una esplosione nucleare che non fosse troppo vicina.

Questo era ovviamente volto a garantire solo il buon funzionamento dei sistemi d'arma e dei sistemi di comunicazione di battaglia, non la sopravvivenza della tecnologie a uso civile.

Ma purtroppo niente di tutto questo viene messo in conto nella produzione dei mirabolanti chip odierni che, essendo molto più densi, sono anche più sensibili agli impulsi elettromagnetici; gli intelligentissimi chip neurali, insieme alle memorie da decine di gigabyte e ai dischi SSD da decine di terabyte, non sopravviverebbero: sono stati progettati per velocità, economia e densità, ma non per resistere a questi eventi.

Anche se è impensabile far sì che l'elettronica di consumo di oggi possa essere realizzata in maniera resistente a questi fenomeni, realizzare almeno le infrastrutture vitali, tutte ormai digitalizzate, in modo che lo siano, sarebbe doveroso, anzi dovrebbe essere obbligatorio. Assicurerebbe maggiori possibilità di sopravvivenza non solo a noi, ma anche ai governi e alle multinazionali. Persino queste entità non umane avrebbero la convenienza ad adeguarsi e spendere qualche soldo in questa direzione.

Loro, come noi, non hanno la possibilità di scappare su Marte o Proxima Centauri.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 30)

Quindi un impulso elettromagnetico farà fuori tutta la microelettronica, mentre quasi tutta l'elettronica di potenza, quella civile industriale e molta robaccia militare sopravvivrà. :P Tutti felici e contenti? col casio :grrr: chi avrà fatto scorte, potrà dominare sui pezzenti che quando tutto andava bene si crogiolavano con i video... Leggi tutto
9-5-2025 23:43

Sic? Non vedo alcun errore né difformità ortografica nella parola "luce" da te utilizzata... ;-) Leggi tutto
6-5-2025 09:49

Interessante, lo cercherò, grazie per la segnalazione. (lettore di Cassandra n.22) Intrigante la rilettura dei tre articoli di Cassandra alla luce (sic!) di quel che è successo in Spagna e tutta la penisola iberica qualche giorno fa: un bel blackout che ha messo in ginocchio milioni di persone. La catena di eventi è stat ben descitta... Leggi tutto
5-5-2025 16:03

{Ulissio}
Anche l'agricoltura e l'allevamento, per come sono oggi, si fermerebbero. I trattori, le mietitrebbie e altre macchine ormai da vent'anni sono pieni di centraline elettroniche che governano motore, cambio, sollevatore etc... Si salvano le macchine più vecchie, costruite entro la prima metà degli anni... Leggi tutto
3-5-2025 09:45

Diciamo che sarebbe bene ripassare come si coltivano patate pomodori zucchine e carote con la vecchia e affidabile zappa...
3-5-2025 09:26

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