L'app non funzionerà sui fork di Android attenti alla privacy come GrapheneOS o CalyxOS.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-07-2025]
L'Unione Europea sta sviluppando un'applicazione open source per la verifica dell'età online: lo scopo è proteggere i minori dall'accesso a contenuti inappropriati, ma all'interno del codice - disponibile su GitHub - ci sono alcuni elementi che stonano, come la dipendenza dell'app stessa dai servizi di Google.
L'app è parte del progetto EU Digital Identity Wallet e utilizza infatti i Google Play Services. In particolare la funzionalità Google Play Integrity è presente soltanto nella versione di Android "firmata" da Google: in questo modo vengono esclusi sistemi operativi alternativi come GrapheneOS, LineageOS e altri fork Android non certificati da Google. Sebbene il codice sia aperto e disponibile per la revisione pubblica, la necessità di un account Google e dei suoi servizi proprietari per l'autenticazione e l'accesso mina l'obiettivo di un'infrastruttura digitale esclusivamente europea e indipendente (dalle Big Tech d'oltreoceano in particolare).
L'app è stata annunciata la scorsa primavera; consentirà ai cittadini europei di verificare la propria età sulle piattaforme che ospitano contenuti per adulti, come previsto dall'Online Safety Act britannico e da normative simili in discussione nell'UE. Funziona integrandosi con l'EU Digital Identity Wallet, un portafoglio digitale per documenti come patenti e carte d'identità; per confermare l'età utilizza tecnologie come il riconoscimento facciale o la scansione di documenti.
Il problema è la dipendenza dai Google Play Services: essi richiedono la certificazione Google per i dispositivi Android, escludendo utenti che preferiscono sistemi open source o de-googlizzati, come quelli basati su microG o senza Google Mobile Services (GMS). Questo requisito lega in modo inscindibile l'app a Google, contraddicendo i principi di sovranità digitale promossi dalla UE. Le critiche si concentrano su tre aspetti principali: l'esclusione di dispositivi Android non certificati, che limita l'accesso a un'ampia fetta di utenti che scelgono soluzioni orientate alla privacy; la dipendenza da Google, che solleva timori per la possibilità di essere soggetti a sorveglianza (i Play Services raccolgono dati su posizione, abitudini e attività degli utenti); infine l'approccio apparentemente in contrasto con la spinta dell'UE verso l'open source.
La dipendenza da Google non è una novità. Anche l'italiana IT-Wallet si affida ai Google Play Services per funzionalità come notifiche push e autenticazione. L'app UE per la verifica dell'età segue un percorso simile e la sua natura open source non mitiga del tutto le preoccupazioni: il codice, pur pubblico, non garantisce l'indipendenza dai servizi proprietari di Google. Le implicazioni sono significative. L'UE, che promuove la sovranità digitale attraverso iniziative come il GDPR e ProtectEU, rischia di alienare gli utenti che adottano soluzioni open source per evitare il tracciamento da parte delle big tech. Inoltre l'esclusione di dispositivi non certificati potrebbe violare i principi di concorrenza.
Il problema è sentito già all'interno di GitHub, dove l'inclusione di Google Play Integrity ha generato un'accesa discussione, nella quale però al momento nessuno degli sviluppatori dell'app è intervenuto.
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Homer S.