Nella Germania degli anni '90 l'unico modo per acquistare il famoso FPS era entrare in un negozio per adulti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-11-2025]

Pubblicato nel maggio 1992 da id Software e distribuito come shareware da Apogee Software, Wolfenstein 3D ha rappresentato un punto di svolta per il genere degli sparatutto in prima persona su PC. Basato sul motore scritto da John Carmack, il gioco permette al giocatore di impersonare il soldato B.J. Blazkowicz in missioni di fuga e sabotaggio all'interno di castelli nazisti. L'episodio iniziale fu reso disponibile gratuitamente per stimolare le vendite degli episodi successivi, generando royalty per id Software che superarono i 100.000 dollari nel primo mese.
Questo successo globale si scontrò con alcuni ostacoli specifici in Germania, dove l'articolo 86a del codice penale vieta la propaganda di simboli di organizzazioni incostituzionali, tra cui figura il Partito Nazista: svastiche, uniformi delle SS e ritratti di Hitler rientrano nel divieto, anche se inseriti in un gioco nel ruolo di antagonisti.
La distribuzione in Germania divenne quindi una sfida legale e logistica nell'era pre-Internet, dominata da floppy disk e ordini postali. Apogee, guidata dal fondatore Scott Miller, cercò una soluzione: per superare gli ostacoli alla dogana l'azienda optò per confezioni neutre, prive di loghi o riferimenti al gioco, che permisero a centinaia di ordini di passare inosservati. Miller ha recentemente ricordato su social media: «Abbiamo fatto tutto il possibile per non escludere i giocatori tedeschi dal divertimento».
Nel 1994 il gioco fu formalmente inserito nella lista dei titoli banditi. Ciò ne rese illegale produzione, importazione e vendita, con conseguenze penali per i trasgressori. Il distributore escogitò un metodo piuttosto insolito per ovviare all'impossibilità di commercio nei negozi di videogiochi: Wolfenstein 3D fu messo in vendita inizialmente nei sex shop, posto tranquillamente accanto al materiale pornografico. Sandy Petersen, designer del gioco, ha di recente confermato su X che i giocatori tedeschi dovevano recarsi lì per procurarselo, accettando un compromesso dettato dalla comprensibile riluttanza dei rivenditori convenzionali a violare la legge.
Nell'occasione, Petersen ha anche raccontato un altro aneddoto: le voci tedesche dei nemici furono registrate da dipendenti id Software come John Romero e Tom Hall, i quali però non parlavano tedesco; il risultato fu tutta una serie di frasi farfugliate che i fan tedeschi trovavano comiche. Non a caso, durante il primo viaggio in Germania nel 1993, Petersen fu sommerso da domande su che cosa stessero esattamente dicendo le SS.
Tutto ciò è conseguenza delle politiche tedesche post-belliche adottate contro la glorificazione del nazismo, estese ai videogiochi. Anche titoli come Doom e Quake subirono censure, con il sangue che veniva colorato di verde o di blu fino in tempi recenti. Wolfenstein 3D uscì dalla lista dei giochi vietati solo nel 2019 dopo una revisione nel 2018 che riconobbe i giochi come forma artistica, consentendo la distribuzione di versioni non censurate ai maggiori di 16 anni.
In Italia e altrove il gioco circolò liberamente tramite le copie shareware attraverso BBS o riviste, senza restrizioni. Oggi le riedizioni su Steam e GOG includono tutti gli episodi della serie.
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