La "truffa del computer" che colpisce gli anziani

Un elegante sconosciuto afferma di dover consegnare un computer ordinato dal figlio.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-01-2014]

truffa pc anziani

Sempre più spesso le cronache parlano di un tipo di truffa che coinvolge, soprattutto, persone anziane.

La si può chiamare "la truffa del computer": viene messa in atto da persone senza scrupoli basandosi uno schema ormai consolidato e che perdura da almeno due anni nonostante i media ne parlino spesso.

Un anziano, uomo o donna che sia, viene avvicinato per strada o presso il suo domicilio da una persona che non conosce, ben vestita, cordiale e gentile: sostiene di essere amica del figlio, oppure rappresentante di un negozio di informatica o di una ditta di telefonia.

In ogni caso asserisce di conoscere il figlio (o la figlia) - che, affinché la truffa funzioni, non deve vivere con il genitore - tanto da chiamarlo per nome e cognome avendo, evidentemente, raccolto prima queste informazioni.

Il truffatore afferma di dover consegnare un computer e mostra un pacco ben confezionato con sopra il nome del figlio della vittima; aggiunge di essere d'accordo con quest'ultimo affinché i genitori (o anche i nonni: in qualche caso il "mezzo" inconsapevole è il nipote) paghino per lui.

Tale soluzione è stata trovata - continua il truffatore - poiché occorre chiudere in fretta la transazione, pena la perdita dell'affare, il pagamento di penali o addirittura il rischio di strascichi giudiziari.

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Le cifre vanno generalmente dai 500 ai 2.000 euro. Spesso l'anziano abbocca subito e si reca a casa - o in banca - a ritirare i soldi: in questi casi qualche volta il tentativo è stato sventato, poiché durante le operazioni ci sono stati contatti con la famiglia che hanno permesso di bloccare la truffa.

Più spesso la somma richiesta viene consegnata, in contanti, al malintenzionato. Qualche volta, addirittura, il truffatore finge di avere una conversazione telefonica con il figlio, di cui conosce magari il numero esatto e che simula di chiamare.

È anche capitato che il truffatore si sia accontentato di cifre inferiori a quelle richieste: ciò è avvenuto nei casi in cui l'anziano non poteva soddisfare in contanti e immediatamente la pretesa.

In genere, nel pacco c'è un case di Pc vuoto, carta ben compressa o, addirittura, una scatola vuota; la vittima però lo scopre soltanto dopo l'incontro con il figlio o il nipote che, ovviamente, non aveva mai ordinato alcun computer.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (5)

Si certo, dimaniche diverse e possibilità di fiutare l'imbroglio diverse... La cosa uguale è che, stante le maglie legali evidentemente belle larghe, ci si prova su grandi numeri....con costi e rischi evidentemente minimi..e sui grandi numeri la pesca è sempre buona (per disattenzione, ingenuità, buona fede, ecc.)
10-2-2014 09:56

Ciao ioSOLOio ! Beh a dire la verità i meccanismi sono un po diversi.... Nel tuo caso è molto più "smaliziato" e più facile caderci. In quello del link, bisogna avere "alzato un po il gomito" per cadere nel tranello. Leggi tutto
9-2-2014 18:44

probabilment immagino che come ogni situazione del genere la base sia sui numeri...tanti tentativi, diversi a vuoto, alcuni a buon fine con guadagno. E' un po' la storia di certi piazzisti che, porta a porta, passano a proporre stravantaggiosi contratti o chiede firme per fantomatici aggiornamenti ecc.ecc. (interessante articolo su La... Leggi tutto
9-2-2014 13:35

E perchè non telefona al figlio per avere una conferma? Posso capire l'età, ma non è un problema di meccanica quantistica. Leggi tutto
9-2-2014 13:14

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Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
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