RAI, al via le trasmissioni sperimentali in 5G

Ma senza utilizzare i piani dati dei dispositivi mobili: nasce l'era del 5G Broadcast.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-11-2024]

C'è un nuovo modo di ricevere le trasmissioni televisive della RAI, almeno a Roma e Torino, dove il servizio è attivo in via sperimentale: il 5G Broadcast.

Si tratta di una tecnologia pensata per far arrivare il segnale ai dispositivi mobili che supportano le connessioni 5G ma che non le sfrutta direttamente, evitando quindi di "appesantire" i piani dati a esse associati.

Grazie ad hardware e software dedicati, invece, «aggira gli operatori» e fa arrivare il segnale direttamente ai terminali.

La RAI ha attivato queste trasmissioni a Roma e a Torino lo scorso 4 novembre tramite Rai Way «utilizzando frequenze broadcast in banda UHF dedicate, identificate e assegnate dal Ministero su base sperimentale» come spiega il comunicato ufficiale.

«Grazie all'attivazione dei nuovi impianti trasmittenti», spiega ancora l'azienda, «RAI potrà effettuare analisi accurate di qualità di ricezione di programmi televisivi live, anche innovativi e specificatamente dedicati alla mobilità, oltre a consentire a tutti i produttori di dispositivi mobili di sperimentare i loro terminali con la nuova tecnologia 5G Broadcast. Durante il prossimo anno la sperimentazione verrà estesa ad altre aree metropolitane».

RAI conta infatti di attivare il 5G Broadcast su larga scala in occasione del Giubileo del prossimo anno e dei Giochi Olimpici invernali del 2026: il sistema, evitando di adoperare le connessioni a Internet dei vari operatori, è studiato per non essere influenzato da eventuali "affollamenti" della banda. A differenza dello streaming tradizionale, insomma, i programmi non dovrebbero interrompersi sul più bello per consentire il buffering.

Al momento non ci sono ancora sul mercato dispositivi ufficialmente compatibili con il 5G Broadcast; dal punto di vista hardware ciò non dovrebbe costituire un grosso problema, perché per esempio i modem Qualcomm 5G integrati in moltissimi smartphone già dispongono dell'attrezzatura necessaria per ricevere le frequenze usate da questa tecnologia.

Quel che manca, in molti casi, è la gestione software che abiliti la ricezione in modo generalizzato: ora però che le trasmissioni stanno iniziando (e non solo in Italia), presto vedremo anche i prodotti che le supportano.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 16)

In effetti io fino a qualche mese fa avevo 20 giga per 9,90 €/mese, ora, per la stessa cifra, ho 300 giga... Leggi tutto
30-11-2024 14:24

Io sulla SIM prepagata ho un monte traffico fisso, m'importa poco perché in realtà navigo raramente in Rete dal telefono e solo per cose di piccola entità. Ma non ho dubbi che, se non ora, presto o tardi la saturazione dell'etere e l'aumento dei costi di gestione spingeranno tutti gli operatori a cominciare ad imporre indistintamente... Leggi tutto
29-11-2024 17:27

Ed oggigiorno chi è che ha contratti a consumo con smartphone moderni? Magari contratti a consumo con il Brondi per i vecchietti con cappuccetto rosso, ma gli altri? :shock:
29-11-2024 13:00

Lo si spiega nell'articolo: tutti i servizi di streaming consumano banda (dunque costano per chi ha contratti a consumo), questo protocollo invece è "esente" ed è dunque appetibile per chi volesse rimpiazzare stabilmente DVB-T2 e magari DVB-S2.
27-11-2024 08:14

per questo c'è RaiPlay, non capisco invece lo scopo tecnico di veicolare il segnale televisivo tramite il 5G (standard ITU IMT2020) per renderlo usabile su apparati specifici quando con la app di RAIPLAY fai la stessa roba? :?
26-11-2024 17:32

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