E nemmeno gli animali domestici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-04-2021]
Durante l'evento Spring Loaded, tenutosi nei giorni scorsi, Apple non ha presentato soltanto i nuovi modelli di iMac e iPad, la cui novità principale consiste nell'adozione del chip M1.
A catturare l'attenzione è stato anche l'arrivo degli AirTag, dispositivi di cui in effetti si vociferava già da tempo.
Come il nome lascia intendere, si tratta di una sorta di etichette (tag, per l'appunto) elettroniche da poter agganciare a una vasta gamma di oggetti: valigie, chiavi, portafogli e via di seguito.
Perché qualcuno vorrebbe farlo? Perché grazie alla tecnologia Ultra wideband e all'app collegata si può, dall'iPhone, rintracciare con elevata precisione l'oggetto a cui l'AirTag è apposto: basta un tocco e l'etichetta di Apple emette un segnale sonoro. Anzi, non serve nemmeno il tocco: si può dare un comando a Siri (come «Siri, trovami il portafogli») e l'assistente eseguirà.
Non solo: sullo schermo dell'iPhone, posto che l'AirTag sia sufficientemente vicino, può essere visualizzata una stima della distanza dall'oggetto da trovare e anche una freccia che indica la direzione in cui procedere.
Insomma, se si vuole ritrovare l'ombrello da 5 euro comprato fuori dalla stazione non serve fare altro che aggiungerci un AirTag da 35 euro.
Al di là delle questioni di prezzo, ciascuno può immaginare che gli AirTag abbiano, effettivamente, una loro utilità: quante volte abbiamo lasciato il cellulare in un luogo insolito e l'abbiamo fatto squillare con un altro telefono, per poi pensare «Ah, se solo potessi farlo anche con le chiavi o il portafogli!».
Ebbene, i primi acquirenti di AirTag hanno evidentemente un'immaginazione superiore a quella di Apple stessa: in questi pochi giorni dalla loro presentazione ha infatti iniziato a farsi largo l'idea che gli AirTag siano un ottimo sistema per rintracciare non soltanto oggetti, ma anche persone (i genitori potrebbero così ritrovare sempre i figli) e animali domestici.
L'idea di un dispositivo localizzatore per bambini in sé non è nuovissima: già oltre 10 anni fa era arrivato sul mercato UbiSafe Box, un apparecchio dedicato proprio ai genitori che vogliano sempre sapere dove si trovino i loro figli, ma Apple ha dovuto affrettarsi a precisare come questo non sia per nulla lo scopo per il quale sono nati gli AirTag.
Kaiann Drance, vicepresidente di Apple, ha non soltanto sottolineato che gli AirTag non sono progettati per il tracking di esseri viventi, ma ha anche aggiunto che il software di gestione integra misure a protezione della privacy proprio per evitare che le etichette elettroniche siano usate come dispositivo di monitoraggio, localizzazione o addirittura spionaggio e stalking.
Apple rinuncia quindi di buon grado al potenzialmente interessante mercato costituito dai genitori preoccupati per i loro figli? No di certo: a tutti costoro Kaiann Drance consiglia un Apple Watch su cui attivare Family Setup (Configurazione Famiglia).
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator