I veicoli elettrici della casa tedesca offrono le massime prestazioni solo se si accetta di pagare una quota mensile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-05-2023]
BMW sarà anche stata l'apripista, ma non c'erano dubbi sul fatto che presto gli altri produttori di automobili si sarebbero buttati sulla nuova gallina dalle uova d'oro: le auto con gli optional sbloccabili e forniti in abbonamento.
Stando a quanto si dice, General Motors, Stellantis e Ford sono tutti del parere che il futuro del mercato automobilistico stia nel vendere le auto in versione base - ossia, completamente equipaggiate dal punto di vista dell'hardware, ma con diverse funzioni bloccate a livello di software - e di presentare vari piani di abbonamento per poter ottenere funzioni non ritenute essenziali, come i sedili riscaldati.
Secondo i calcoli compiuti dalle aziende del settore, nascondere gli optional dietro un paywall - superabile peraltro soltanto sottoscrivendo un abbonamento e senza la possibilità di acquistarli in via definitiva - sarebbe una soluzione capace di generare 20 miliardi di dollari introiti ogni anno entro il 2030.
Car And Driver riporta che, all'interno di questo scenario condiviso, Mercedes si distingue per la propria particolare definizione di "optional": i modelli elettrici EQE350 ed EQS450 vi includono infatti la possibilità di aumentare potenza e velocità massima, artificialmente limitate via software, acquistando abbonamenti con prezzi che partono da 60 dollari al mese (per aggiungere 60 cavalli alla 350) o 90 dollari al mese (per aggiungere 80 cavalli alla 450), con uno sconto per chi acquista l'abbonamento annuale, che costa 600 e 900 dollari.
Nel caso di Mercedes è prevista la possibilità di effettuare un unico pagamento per ottenere lo sblocco in via definitiva, sborsando 1.950 o 2.950 dollari, a seconda del modello; ma è chiaro che, per le case automobilistiche, il vero guadagno arriva dal vendere gli abbonamenti.
Si tratta in fondo della stessa soluzione cui stanno passando anche i giganti del software, e non da oggi: basti pensare ai programmi di Adobe, per i quali non è disponibile una licenza a vita, o alla suite Office, ancora esistente in versione acquistabile una volta sola ma che Microsoft vorrebbe evidentemente soppiantare con Microsoft 365.
I sondaggi condotti in merito da testate specializzate come AutoPacific sono concordi nel registrare lo scontento degli automobilisti davanti alla prospettiva di dover sborsare ogni mese cifre non proprio irrisorie per poter utilizzare componenti che già sono montati sull'auto (pagata non poco) ma disabilitati al solo fine - apparentemente - di spremere i portafogli il più possibile.
Infine, c'è un ultimo aspetto da considerare. Come il mondo dell'informatica ha ampiamente dimostrato (e la vicenda dei trattori John Deere in un certo senso confermato), una volta che viene imposto un blocco software è solo questione di tempo prima che qualcuno, con sufficienti motivazione e competenze tecniche, trovi il modo di aggirarlo: quanto efficaci saranno davvero questi paywall, quando una "mancia" all'amico o al meccanico compiacente basterà a violarli?
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