Cassandra Crossing/ Pannelli solari, aggiornamenti software e armi cibernetiche (3)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-05-2025]
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Pannelli solari, aggiornamenti software e armi cibernetiche
In particolare il firmware, cioè il software installato negli oggetti intelligenti e negli oggetti dell'Internet delle Cose, fa ancora più schifo della media: essendo invisibile è considerato un semplice fattore di costo di altri prodotti, su cui spendere quindi il meno possibile. Non c'è da meravigliarsi quindi che anche il firmware degli inverter sia pieno di bug, e perciò facilmente utilizzabile come vettore di attacco.
È necessario invece partire molto, ma molto a monte dei problemi contingenti degli inverter, e modificare il modello di sviluppo di tutti i firmware, oggetti impercettibili ma tuttavia vitali: per esempio irrigidendo le relative responsabilità legali civili e penali rispetto a quelle in vigore oggi. In questo auspicato processo, l'adozione estesa del modello di sviluppo del software libero e open source dovrebbe essere uno dei tasselli principali.
I 24 impressionati lettori di Cassandra staranno in questo preciso momento pensando: «Ma allora non esistono soluzioni efficaci a breve o medio termine per risolvere questo problema degli impianti fotovoltaici, limitandone almeno le conseguenze sul piano di una guerra cibernetica».
Esistono invece soluzioni di mitigazione a breve termine, al punto che qualche decennio di esperienza lavorativa è bastata per far venire a Cassandra un'idea, peraltro già nota a chi del settore, e più ancora a chi di dovere: occuparsi prima di tutto degli aggiornamenti automatici dei firmware degli oggetti intelligenti; e sì, anche di quelli degli inverter fotovoltaici.
L'aggiornamento automatico del firmware, ormai dato per scontato come un fatto naturale della vita, rappresenta una ottima cosa per migliorare il parco firmware installato che anima gli oggetti intelligenti, specialmente se i produttori fossero anche obbligati a farlo con regolarità e per tutta la vita di tali oggetti.
Ma rappresenta anche un potentissimo vettore di attacco multidimensionale. Un attaccante non avrebbe più bisogno di scoprire i bug di un firmware per costruirci un'arma cibernetica, e nemmeno di manipolare subdolamente per anni il firmware rilascio dai produttori.
Prendendo il controllo dei canali di aggiornamento del firmware - canali che sono quasi sempre dei colabrodo dal punto di vista della sicurezza - diventa semplice installare (velocemente, massicciamente e al momento giusto) dei firmware manipolati che potrebbero disabilitare ogni oggetto intelligente, o trasformarlo in una ciber-arma dormiente, pronta a essere risvegliata al momento opportuno.
Chi avesse dei dubbi si ricordi che, come per Stuxnet, non stiamo parlando di ipotesi: stiamo raccontando la storia. Lo dimostra il caso della disabilitazione dell'Internet satellitare, avvenuto all'inizio della campagna russa contro l'Ucraina, proprio utilizzando un aggiornamento massiccio del firmware dei modem satellitari.
Affrontare questo non banale ma ben più semplice problema sarebbe un ottimo inizio per risolvere poi tutte le altre vulnerabilità delle reti tecnologiche, che le rendono suscettibili a incidenti e vulnerabili ad attacchi informatici. Nell'interesse di tutti.
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