[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-07-2025]
Spotify si trova al centro di una controversia etica e legale per aver ospitato brani generati dall'intelligenza artificiale che imitano artisti deceduti, senza il permesso dei titolari dei diritti o delle etichette discografiche. Il caso è nato quando sulle pagine ufficiali di Blaze Foley e Guy Clark (morti rispettivamente nel 1989 e nel 2016) sono apparse delle canzoni pubblicate senza autorizzazione e chiaramente generate da una IA. I brani incriminati sono stati caricati tramite SoundOn, una piattaforma di distribuzione musicale di proprietà di TikTok; sono stati associati a un'entità chiamata Syntax Error, che sembra non avere legami con etichette legittime.
Craig McDonald è il proprietario di Lost Art Record che gestisce il catalogo di Foley: è intervenuto immediatamente nella questione dichiarando che i fan avrebbero immediatamente riconosciuto i brani come «ciarpame IA» in quanto privi dello stile autentico dell'artista. Spotify, contattata da The Verge, ha rimosso i brani dopo le segnalazioni: ha dichiarato che violavano le sue policy contro i contenuti non autorizzati ma non ha fornito dettagli su come siano stati pubblicati inizialmente.
L'uso di IA per generare musica che imita artisti deceduti senza il consenso dei loro eredi o etichette viola i diritti di copyright e sfruttamento dell'immagine e solleva anche questioni etiche più profonde. La situazione ricorda la protesta di oltre 1.000 artisti, tra cui Kate Bush e Annie Lennox: a febbraio avevano pubblicato un album muto per opporsi all'uso non autorizzato di opere per addestrare modelli di IA.
La mancanza di trasparenza di SoundOn, l'evidente mancanza di controlli preventivi da parte di Spotify e la facilità con cui contenuti generati da IA sono stati caricati sollevano dubbi sull'efficacia dei sistemi di moderazione della piattaforma musicale. Questo non è il primo caso di abuso di IA: lo scorso settembre un uomo del North Carolina è stato accusato di aver sottratto 10 milioni di dollari a Spotify e altre piattaforme caricando migliaia di brani generati da IA con nomi di artisti fittizi, riprodotti miliardi di volte da bot. Inoltre il caso di The Velvet Sundown ha evidenziato come l'IA sia ormai perfettamente in grado di ingannare i fan: una band inesistente era riuscita ad accumulare 470.000 ascoltatori mensili su Spotify.
Nemmeno la rimozione dei brani ha placato le critiche: la facilità con cui contenuti non autorizzati sono stati caricati evidenzia lacune nei controlli di Spotify, già criticata per problemi come video espliciti nei risultati di ricerca. Il dubbio che molti hanno è che Spotify preferisca non intervenire a monte del problema poiché essa guadagna dalla riproduzione di ogni brano, anche se si tratta di «ciarpame IA».
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Homer S.