I retroscena di WHY2025: il badge (2)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-09-2025]
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I retroscena di WHY2025: il badge
Dopo questa lunga introduzione veniamo al punto principale: il badge di WHY2025 e cosa è successo. Una premessa doverosa; quanto segue non è assolutamente un attacco o una critica fine a sé stessa agli organizzatori di WHY2025, al team che ha realizzato il badge o contro persone e organizzazioni che hanno partecipato al progetto. Aver contribuito a realizzare il necessario per un evento fantastico come WHY2025 merita sono apprezzamento e complimenti. Bravissimi, ragazzi! Ma ecco la storia che, come tutte le storie mai raccontate, è fatta di luci e ombre.
Un avvertimento: è la storia che Cassandra è riuscita a ricostruire vivendo l'evento pubblico e al di fuori dell'Orga, solo interagendo con le persone presenti al camp; quindi la vostra profetessa preferita si scusa in anticipo di eventuali suoi errori o travisamenti e vi prega nel caso di correggerla e contribuire a rendere questa piccola cronaca migliore. Infatti una storia scritta, questa volta contenuta in questo articolo, dovrebbe essere corretta, estesa e perfezionata insieme a coloro che l'hanno vissuta, o abbiano conoscenze di prima mano dei fatti. Perciò fatevi sotto e scrivete a Cassandra nei commenti qui sotto, maltrattandola per i suoi errori e omissioni, e mandandole i vostri contributi. Potete anche riscrivere l'articolo, seriamente!
I camp sono eventi molto complessi da far succedere. Una piccola città perfettamente funzionante (beh, quasi), ricca di cose ordinarie e straordinarie non emerge dal niente in aperta campagna per un tocco di bacchetta magica. E neppure sparisce da sola subito dopo. Ci vuole lavoro. Ci vogliono un sacco di persone che lavorino duramente solo per passione. Ci vogliono soldi che devono essere trovati, fornitori che poi dovranno essere pagati, permessi da ottenere, bisogna gestire inevitabili e grandissime rogne, sollecitare proposte di talk e valutarle, gestire i relatori, preparare un programma, il tutto definendo un calendario preciso e poi uccidendosi di lavoro per rispettarlo.
A beneficio di chi non ci è mai stato, nel camp olandese l'organizzazione funziona più o meno così (non conosco invece i particolari dell'organizzazione del CCC). Un anno prima dell'evento si riunisce un gruppo di persone, principalmente via mailing list, chiamato per brevità Orga; molte hanno partecipato alle edizioni precedenti, altre partecipano per la prima volta; chiunque può farlo, se ha competenze o lavoro o tempo da dedicare. Per prima cosa viene votato e deciso il nome del camp. È una sigla di tre lettere, sempre diversa, che è l'acronimo di una frase che contiene la parola "hacker". WHY significa What Hackers Yearn (for) ovvero "Cosa desiderano gli hacker.
Il gruppo si auto-seleziona discutendo; persone non adatte si ritirano ad ascoltare per la prossima volta o se ne vanno arrabbiate, mentre le altre si suddividono in team di lavoro, che a loro volta si strutturano tramite discussioni interne alla loro mailing list dedicata e periodici incontri via video e di persona. Un team è il project leader e coordina i leader dei vari team. Incredibilmente la cosa funziona abbastanza bene. Si definisce un calendario dell'evento che comincia circa due settimane prima dell'apertura; poi tutti i team iniziano a cercare di raggiungere i loro obiettivi, negoziando risorse con Orga e cercando le persone e le risorse necessarie. Pochi giorni prima del camp si comincia a chiedere ai partecipanti "normali" se vogliono dedicare anche un po' di tempo a far funzionare il camp. Queste persone si registrano come "angel" e scelgono un tipo di lavoro e degli orari (a blocchi di 2 ore per volta, per quanti blocchi desiderano fare) da coprire. Li si riconosce da un badge particolare e da un'ambitissima maglietta.
Ce ne sono da 100 a 200 in servizio in ogni momento; in cambio di tanto lavoro hanno un tendone dove riposarsi, chiacchierare e mangiare (sì, quello glielo danno); senza di loro il camp non potrebbe funzionare. Quest'anno erano quasi mille in totale, uno su quattro partecipanti. Pensateci anche voi la prossima volta, qualcosa saprete ben fare! Non serve essere dei della sicurezza informatica o energumeni ben piazzati, basta anche saper sorvegliare un parcheggio seduti su una sedia. "Ma non dovevamo parlare della storia del Badge?" sbotterà qualcuno dei 24 impazienti lettori. Lo spiegone iniziale era indispensabile per evitare per quanto possibile equivoci nel racconto; Cassandra spera che comunque sia stato interessante, almeno per chi non ha mai partecipato, e magari gli abbia fatto venire voglia di partecipare ai camp del CCC2027 o xxx2029.
Chi si è occupato di questioni organizzative e di gestire gruppi di lavoro troverà addirittura banale affermare che col senno di poi è facile capire cosa è andato male e riconoscere le cause, che si trovano spesso lontane nel tempo. Altrettanto banale è ricordare il fatto che un gruppo di lavoro può funzionare male per due motivi principali: carenza di organizzazione ed eccesso di organizzazione. Infine i gruppi di volontari sono i più difficili da far funzionare; tutti si sentono primedonne (e spesso lo sono), non si sentono sufficientemente apprezzati, vedono poco apprezzati il loro lavoro e le loro idee. Talvolta qualcuno sbotta, magari pure con delle ragioni, e li è nato il problema. Il Team Badge si è sempre trovato a gestire un lavoro tecnicamente molto complesso e fisiologicamente sempre in ritardo, perché entrano nel gioco decisioni complesse e forniture esterne. Forse proprio per questo è sempre stato considerato un po' rissoso (per usare un eufemismo).
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Il disastro dei badge di WHY2025
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