Il progetto Ramcip aiuterà le persone affette da deterioramento cognitivo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-03-2015]
È un robot-maggiordomo la soluzione dell'Unione Europea per affrontare l'invecchiamento della popolazione: Ramcip.
Ramcip sta per Robotic Assistant for MCI Patients at home, ossia Assistenza Robotica domestica per Pazienti affetti da Deterioramento Cognitivo Lieve, e spiega esattamente l'obiettivo del progetto: aiutare quelle persone anziane che riescono a condurre le proprie attività giornaliere ma soffrono comunque di problemi come perdita occasionale di memoria.
Il progetto di ricerca che porterà allo sviluppo del robot è appena iniziato e durerà tre anni; la Commissione Europea lo finanzia con 4 milioni di euro all'interno del programma Horizon 2020, e la partecipazione dell'Italia è affidata alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, destinataria di 330.000 euro.
«I robot di servizio per ambienti intelligenti di nuova generazione dovranno fornire assistenza sicura e discreta, in grado di incidere in maniera positiva negli aspetti significativi della vita quotidiana, spaziando dalla preparazione del cibo alla gestione della casa» spiega la Scuola Superiore Sant'Anna.
«Nello stesso tempo, i robot domestici di nuova generazione dovranno aiutare l'utente a mantenere atteggiamenti positivi e a tenere in esercizio abilità cognitive e fisiche» spiega ancora l'istituto.
L'idea in sé non è nuovissima - già nel 2011 il Giappone aveva presentato un progetto analogo - ma in questo caso, più che di un badante-robot, si parla di un maggiordomo-robot perché la sua presenza sarà discreta e non invasiva: dopotutto, le persone cui il robot è destinato sono in larga parte autonome.
L'automa sarà quindi dotato di «funzioni cognitive» che gli permetteranno di determinare in autonomia i tempi e i modi di intervento grazie al monitoraggio continuo della persona e dell'ambiente casalingo. Inoltre, dovrà sapersi adattare al mutare delle condizioni: non è raro che il Deterioramento cognitivo lieve degeneri in demenza.
«I robot che nasceranno dal progetto dovranno agire come efficaci sostenitori della salute mentale del paziente e diventare una soluzione che cambia assieme all'utente. Così facendo le soluzioni coinciderebbero con le sue necessità, poiché queste evolvono nel tempo» spiega Sandra Hirche, dell'Università di Monaco.
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