Aprire cancelli in tutto il mondo, grazie all'IoT



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2023]

cancello

Gli informatici dicono spesso, ridendo, che "la S nella sigla IoT (quella dell'Internet delle Cose)sta per ‘sicurezza'", e quando qualcuno immancabilmente fa notare nella sigla IoT non c'è la S, rispondono "Appunto". È un modo umoristico per sottolineare che troppo spesso nei dispositivi connessi a Internet per la gestione remota di apparecchi di vario genere la sicurezza è scadente se non addirittura inesistente.

I toni del CISA, il dipartimento per la sicurezza informatica e delle infrastrutture degli Stati Uniti, sono stati invece molto meno umoristici quando questo ente ha avvisato pubblicamente che tutti gli apricancello, le porte automatiche e i sistemi di gestione degli antifurto della marca Nexx, una delle più popolari nel settore [oltre 40.000 dispositivi residenziali e commerciali], sono incredibilmente vulnerabili.

Tutti questi dispositivi, infatti, hanno una stessa password universale, facile da trovare, e trasmettono in chiaro, senza alcuna crittografia, l'indirizzo di mail, l'identificativo del dispositivo e altri dati insieme a ogni messaggio di apertura o chiusura o programmazione.

In altre parole [come scrive Ars Technica], chiunque abbia competenze tecniche anche modeste può frugare nei server della Nexx, cercare un dato indirizzo di mail associato a un dispositivo che gli interessa, e poi dare comandi a quel dispositivo, per esempio disabilitando un antifurto o aprendo la porta di un garage altrui.

L'azienda è stata contattata da Sam Sabetan, il ricercatore di sicurezza che ha notato queste falle, ma non ha risposto, neanche quando è stata raggiunta dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale. L'esperto consiglia di scollegare qualunque dispositivo di questa marca e il CISA raccomanda di isolare i prodotti Nexx da Internet e dalle reti aziendali, di proteggerli con un firewall e di usare una VPN per tutti gli accessi.

Gli errori di progettazione rivelati dal ricercatore sono davvero elementari: è da incoscienti usare una password identica in tutti i dispositivi di controllo remoto, perché questo permette a un aggressore di comandare i dispositivi degli altri, come ha fatto appunto Sam Sabetan in un video per dimostrare l'entità della falla. Ed è ancora più preoccupante che l'azienda non si sia finora degnata di rimediare.

Non è il primo caso del suo genere, e quindi resta da chiedersi quanti altri dispositivi domotici e di controllo remoto, i cosiddetti dispositivismart, sono progettati altrettanto maldestramente e non sono ancora stati scoperti.

Fonti aggiuntive: Sophos, Ars TechnicaGraham Cluley.

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Paolo Attivissimo

(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
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Commenti all'articolo (5)

In questo caso, vista anche la semplicità degli errori, sembra quasi che più che di errori di progettazione, si tratti di buchi volontariamente lasciati per poi rivendere l'informazione ai malintenzionati ma, si sa, a pensar male si fa peccato... Leggi tutto
16-4-2023 10:54

Sarebbe più preciso "comandare qualunque accrocco IoT altrui"... perché fidarsi della sicurezza di quegli apparecchi, non garantita da un certificatore esterno, è come fidarsi della genuinità del vino dell'oste che ci dice che è genuino. :roll: Leggi tutto
14-4-2023 21:06

{Massimo}
L'IoT l'ho sempre chiamata Internet of Troubles ;)
12-4-2023 13:36

un cancello lo si può scavalcare se si hanno doti atletiche, strumenti, ed il cancello non è abbastanza alto ed offre appigli. Ma come tutte le cose se fatto bene, non offre appigli, è abbastanza alto, rende sempre più difficile scavalcarlo. Cosi alla stessa maniera esistono implementazioni ( cioè rendere possibile fare una cosa tramite... Leggi tutto
9-4-2023 19:32

{al}
offre lo stesso livello di sicurezza di un cancello, ossia nessuna dato che lo si può scavalcare
8-4-2023 05:15

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