[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-07-2019]
Una delle funzioni più attese dell'imminente Pixel 4 è il riconoscimento facciale, introdotto sugli smartphone di Google con una tecnologia finora inedita sviluppata appositamente (e non disponibile, almeno inizialmente), sui telefoni Android di altri produttori.
Per soddisfare davvero gli utenti, però, questa opzione deve funzionare in maniera impeccabile: deve riuscire a identificare il proprietario senza errori, ma anche evitare che qualcun altro si possa far passare per il legittimo padrone dello smartphone sfruttando le eventuali debolezze del riconoscimento.
Google deve quindi allenare l'intelligenza artificiale che sovrintende a questo compito affinché raggiunga la massima precisione possibile, e per farlo ha bisogno di avere a disposizione un vasto database di volti.
A quanto pare, però, le risorse già disponibili non bastano. E così, come ha segnalato ZDNet, la Grande G ha preso a sguinzagliare a New York e in altre città americane un piccolo esercito di dipendenti, il cui compito è convincere i passanti a lasciare che i dati relativi al loro volto, mentre interagiscono con un telefonino fornito da Google stessa, vengano registrati.
La spiegazione ufficiale fornita ai partecipanti è che la scansione servirà a «migliorare la prossima generazione di tecnologie per lo sblocco del telefono con il riconoscimento facciale».
Di qui, e dal fatto che lo smartphone usato stava in «un case molto spesso, tanto da sembrare una scatola», il sospetto che ciò serva innanzitutto ai Pixel 4, e poi ai modelli che seguiranno.
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L'operazione sembra essere di vasta portata, dato che le segnalazioni di persone fermate per strada vanno moltiplicandosi in Rete, per esempio su siti quali Reddit e il forum di XDA Developers.
A chi accetta di cedere i propri dati viene fatta firmare una liberatoria e, dato che Google è un'azienda da miliardi di dollari, viene offerta anche una golosa ricompensa: ben 5 dollari in buoni acquisto da spendere presso Amazon o Starbucks.
Al di là dell'uso che sarà fatto dei dati raccolti, ora sappiamo qual è il valore attribuito da Google alla privacy dei propri utenti.
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