Ma si spegne ogni 10 secondi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-09-2020]
Non sempre i progetti elaborati dai ricercatori universitari devono essere seriosi: possono tranquillamente portare a scoperte interessanti anche quando si occupano di giochi.
Studiosi della Norhtwestern University di Chicago e dell'Università tecnica di Delft, nei Paesi Bassi, hanno sviluppato una versione del Nintendo Game Boy che non abbisogna di batterie.
Sebbene le richieste del Game Boy in fatto di energia non fossero così esagerate, soprattutto se paragonate a quelle di prodotti concorrenti come il Game Gear di Sega, i bambini di trent'anni fa avevano imparato ad avere con sé sempre quattro pile stile di scorta per poter continuare a giocare.
Con l'Engage - questo il nome scelto per la console portatile dei ricercatori - tutto ciò non è più necessario: funziona infatti a energia solare.
Il suo minuscolo schermo Lcd (più piccolo di quello del Game Boy originale) è infatti circondato da pannelli solari, e altri sono posti nella parte inferiore, al di sotto dei pulsanti.
Questi poi sono stati costruiti per sfruttare l'effetto triboelettrico, generando energia quando vengono premuti dall'utente. Grazie a queste soluzioni si possono utilizzare i giochi originali del Game Boy senza limiti di tempo, poiché non ci sono batterie che possano scaricarsi... o quasi.
Nonostante tutti gli accorgimenti tecnici utilizzati, l'energia che l'Engage riesce ad accumulare non è moltissima. In condizioni favorevoli - una bella giornata di sole e un gioco che obbliga a premere «moderatamente» i tasti - si può arrivare a giocare per la bellezza di 10 secondi consecutivi, prima che il sistema si spenga completamente per circa un secondo.
Poi riparte, riprendendo esattamente dal punto in cui s'era interrotto, ma chi usa l'Engage deve rassegnarsi a un gioco a singhiozzo.
Alcuni titoli soffrono di questo fenomeno più di altri. Tetris e i giochi di scacchi sono giocabili; Super Mario Land già si usa con maggiore difficoltà; Pokémon Blue (che richiede parecchia memoria e poche pressioni dei pulsanti) è praticamente inutilizzabile, dato che continua a entrare in pausa.
Un altro limite dell'Engage sta nel fatto che non è incluso alcun suono: si tratta di una mancanza piuttosto importante, soprattutto per certi videogiochi.
Verrebbe a questo punto da chiedersi a che serva una console con così tanti lati negativi. La risposta è: a niente, in sé. Ma è un ottimo mezzo per studiare nuovi modi per sviluppare console che «sostenibili» e «attente all'ambiente».
«Abbiamo bisogno di strategie radicali e un po' folli» spiega Josiah Hester, uno degli ideatori dell'Engage. «Una delle cose radicali che possiamo fare è ripensare completamente il modo in cui progettiamo questi dispositivi, eliminando le batterie».
L'Engage non è stato ancora presentato ufficialmente: lo sarà il prossimo 12 settembre in occasione della UbiComp. A seguito di ciò, progetti, hardware e firmware saranno resi disponibili con licenza open source su GitHub.
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