Il MEF pensa di far pagare il canone in base ai contratti di telefonia mobile. Ma è davvero possibile?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-08-2023]
Il canone TV è sempre un punto dolente della vita politica italiana. Dopo anni che si parlava di abolirlo per privatizzare la RAI o comunque cercare di fare qualcosa per battere un'evasione di massa che rendeva il canone un'autentica ingiustizia ai danni dei seri e dei corretti, Matteo Renzi pareva aver trovato una soluzione.
Il canone TV oggi si paga a rate sulla bolletta dell'elettricità. Non si tratta, per legge, di un abbonamento alla RAI (che uno potrebbe non vedere mai, anche se è molto difficile se non impossibile controllarlo) ma di una tassa sul possesso dell'apparecchio; e se qualcuno può fare il furbo negando di avere un televisore (oltretutto, molti oggi guardano i programmi televisivi direttamente sul PC o, meglio ancora, su tablet o smartphone), non può negare di essere connesso alla rete elettrica e avere una lampadina, un frigorifero, un ferro da stiro.
Aggiungendo la tassa televisiva alla bolletta della luce, il problema dell'evasione - che arrivava a superare il 50%, con zone d'Italia intorno al 90% - è stato praticamente risolto.
Ciò ha comportato però che gli oneri della riscossione ricadessero sui gestori di energia elettrica i quali ora, dopo i recenti altissimi rincari dell'energia, non vogliono più fare anche da esattori del canone.
È nata quindi, nel Mef, l'idea di spostare il canone dalla TV sulla bolletta dei telefonini. Il problema è che non esiste una bolletta dei telefonini, se non per una parte minima dei cellulari italiani.
In Italia solo pochissimi tra gli utenti di cellulari, che oggi ha largamente sostituito il telefono fisso, ha sottoscritto un abbonamento con importi mensili regolari. La stragrande maggioranza utilizza invece una SIM prepagata che ricarica nei più diversi modi possibili, quando e come può. L'articolo continua qui sotto.
|
Insomma, mentre in generale ad ogni famiglia corrisponde un abbonamento alla corrente elettrica, di solito sottoscritto con un gestore che non viene cambiato spesso, ogni italiano ha spesso anche più di una SIM (e ogni famiglia ha molte SIM, anche con gestori diversi) e una quota importante di questi italiani cambia spesso gestore. Si paga caricando il credito di quanto si vuole e quando lo si vuole.
La gestione contabile e tecnica di un canone TV su milioni di prepagate comporterebbe degli investimenti notevoli. Chi li pagherebbe? Servirebbe un regime transitorio non brevissimo, ed è possibile che anche quando si fosse a regime gli inconvenienti per riscuotere in modo equo ed adeguato il canone possano non essere risolti, e maggiori rispetto a quelli che si verificavano quando ognuno riceveva il bollettino e doveva andarselo a pagare.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Homer S.