L'azienda della mela spera che il visore per la realtà mista ripeta il successo dell'iPhone.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-02-2024]
La storia dei visori per la realtà virtuale/aumentata/mista è costellata di dispositivi interessanti che però non sono mai riusciti veramente a conquistare il grande pubblico e sono rimasti per lo più un po' relegati al rango di "curiosità".
Dal 2 febbraio però, le cose cambiano. O così spera Apple, che in questa data rende disponibili negli Stati Uniti i proprio visori per la realtà mista Vision Pro, dei quali conta di fare una sorta di secondo iPhone.
Ai tempi del lancio dell'iPhone gli smartphone, anche se non venivano chiamati così, già esistevano - basti pensare al dominio pressoché assoluto di BlackBerry su questa fetta di mercato - ma non erano un prodotto di largo consumo.
Dalla presentazione dell'iPhone tutti iniziarono a volerne uno, e i produttori si affrettarono a creare alternative che in qualche modo riproducessero l'esperienza d'uso del melafonino: fu la fortuna di Google, che si fece trovare quasi pronta con Android.
Con Vision Pro, Apple intedere fare qualcosa del genere: proporre il "modello definitivo" di visore, un genere di apparecchio non inedito ma che punta a ridefinire il settore.
Certamente si tratterà comunque di un prodotto destinato a una particolare utenza, non fosse altro che per il prezzo: il modello base, con 256 Gbyte di memoria intera, costa infatti 3.499 dollari; se si hanno problemi di vista è necessario poi sborsare altri 149 dollari per le lenti correttive.
A parte questo non secondario dettaglio, le prime recensioni sono generalmente molto positive innanzitutto perché sembra che Apple abbia deciso di non lesinare sull'hardware: il processore adottato - l'Apple Silicon M2 - è veloce ed efficiente, e gli schermi offrono una resa cromatica e una definizione giudicate per lo più eccellenti.
Dal punto di vista della funzionalità, molto apprezzati sono sia la capacità di mantenere una "presenza" nell'ambiente circostante anche a visore indossato grazie all'impostazione passthrough, attiva per default, sia la precisione del tracciamento oculare e di quello di dita e mani per l'interazione con i software.
Proprio il software è un particolare fondamentale per garantire il successo di un apparecchio come Vision Pro: l'hardware può anche essere ottimo ma, se non ci sono applicazioni in grado di usarlo, nessuno lo vorrà.
Apple sostiene che esistano già oltre un milione di app utilizzabili con Vision Pro, ma il numero è un po' truccato: l'apparecchio è infatti compatibile con iOS e iPadOS.
Più interessante è invece il fatto che, all'interno di quel milione, esistano 600 app specificamente sviluppate per Vision Pro, progettate per «sfruttare le capacità uniche» del visore.
«Le esperienze spaziale vissute con Vision Pro» - scrive Apple nella presentazione del dispositivo - «sono in grado di trasformare qualsiasi stanza in una teatro personale per godersi lo sport, i programmi televisivi, e i film: si aprono nuovi modi di collaborare, di creare e visualizzare i contenuti digitali; gli utenti saranno trasportati in ambienti di gioco che lasceranno a bocca aperta».
Certamente bisogna pure tenere presente i lati meno positivi: al di là del prezzo, pesano l'assenza di app quali YouTube o Netflix, ed è bene tenere presente che per il visore richiede l'uso di una batteria esterna che garantisce al più due ore di autonomia.
Apple in generale e il suo CEO Tim Cook in particolare credono fermamente nel successo di Vision Pro: ora che le vendite sono aperte, spetterà agli utenti fornire il proprio giudizio.
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