È così piccola che la si può impiantare nel corpo umano.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-06-2014]
L'idea di produrre batterie biodegradabili, che dopo un certo periodo di tempo si dissolvono senza danni per l'ambiente, trova sicuramente infiniti campi di applicazione.
Non c'è soltanto l'ovvia considerazione per cui una batteria biodegradabile non danneggia l'ambiente, ma si aprono scenari in cui queste batterie si possono impiantare nel corpo umano per svolgere determinate funzioni senza doversi preoccupare di eventuali effetti nocivi.
Oppure la si potrebbe adoperare per alimentare dispositivi per il monitoraggio delle fuoriuscite di petrolio nell'oceano: una volta compiuta la missione, il tutto si scioglierebbe nel mare.
All'inizio dell'anno parlammo della batteria derivata dal "nero di seppia", che può anche essere ingerita; ora un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Illinois sta creando una batteria che si dissolve completamente in acqua in appena tre settimane.
La batteria, in sé, è davvero piccola: ha una superficie di appena un centimetro quadrato e produce 2,4 milliampere di corrente. Tutti i componenti - gli anodi di magnesio, i catodi di ferro, molibdeno o tungsteno - sono avvolti da un rivestimento realizzato con un polimero biodegradabile, chiamato polianidride.
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Il professor John Rogers, uno dei ricercatori, spiega: «Una volta dissolta, la batteria rilascia meno di 9 milligrammi di magnesio - più o meno due volte la quantità di magnesio testat con successo nei trial clinici per gli stent coronarici: una concentrazione che è improbabile causi problemi nel corpo».
Lo sviluppo della batteria biodegradabile è ancora in corso e ci sono diversi limiti da superare: per esempio, il prototipo realizzato sinora è in grado di mantenere la carica soltanto per circa un giorno.
L'obiettivo dei ricercatori adesso è riuscire ad accrescere l'autonomia e miniaturizzare ancora la batteria.
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