TIM torna italiana: le Poste ne prendono il controllo

I francesi di Vivendi cedono il loro pacchetto di maggioranza a Poste Italiane.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-03-2025]

vivendi esce tim poste italiane
Immagine di Guilhem Vellut.

Si conclude l'avventura in Italia di Vivendi, il maggiore gruppo multimediale francese, perché si è rivelata fallimentare e troppo costosa.

Prima era fallito l'assalto a Mediaset grazie a un intervento del governo - a sostegno di un Berlusconi ancora vivo - che aveva goduto anche dell'appoggio del centrosinistra.

Successivamente Vivendi venne progressivamente messa ai margini della governance di TIM, di cui aveva acquisito la maggioranza delle azioni pur tenendosi sotto la soglia che avrebbe fatto scattare l'obbligo di un'OPA.

Vivendi, poi, non aveva condiviso, ma anzi aveva osteggiato, la scelta dell'amministratore delegato Labriola di scorporare e vendere agii americani di KKR la rete di TIM, causando la nascita di Fibercop.

Ora, infine, l'azienda francese cede il proprio pacchetto di azioni quasi interamente a Poste Italiane. Questa raggiunge così il 25% e diventa l'azionista di controllo: un azionista di nuovo italiano e a sua volta controllato dallo Stato.

Se tutto ciò avviene ora è perché Vivendi può approfittare di un momento felice per quanto riguarda la quotazione dei titoli di TIM. L'occasione le permette di uscire da un'azienda nel cui consiglio di amministrazione non era più presente; di fatto, per ora, ciò mette uno stop ai progetti pubblici di Iliad, gruppo delle telecomunicazioni francesi diventato un operatore di grandi dimensioni.

In questo scenario avrà peraltro avuto il suo peso la rivalità di sempre fra Bolloré, proprietario di Vivendi, e Nagel, fondatore e maggiore azionista di Iliad.

L'operazione ora dovrà avere il via libera dell'Antitrust e potrebbe avere importanti ricadute in termini di integrazione delle reti commerciali di TIM e Poste Italiane anche nel campo della vendita di gas, energia e di prodotti assicurativi: una varietà che ormai è caratteristica di tutti i principali operatori delle telecomunicazioni.

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Pier Luigi Tolardo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Quindi la causa è chiara: mai affidarsi a società che si chiamano per acronimi... :vittoria:
3-4-2025 15:51

non dopo 25 anni, ma dopo ben 44 anni, in cui le telecomunicazioni erano del ministero delle poste e telecomunicazioni, e quindi PT ( poste e telegrafi) era il proprietario di molte infrastrutture oltre ad essere il gestore che indicava le linee guida al concessionario SIP dell'IRI, abbiamo la grande riunificazione, dopo i fallimenti... Leggi tutto
3-4-2025 15:48

Il cerchio si è chiuso dopo oltre 25 anni con enorme spreco di danaro pubblico, fra poco, quasi sicuramente, inizierà un altro giro di valzer con nuovo spreco di denaro pubblico tanto in questo paese non cambia nulla, almeno non cambia in meglio. :twisted:
1-4-2025 18:52

Non discuto le tue obiezioni, ma sarebbe ancora peggio se tutto questo fosse in mano a proprietari stranieri. Le TLC sono strategiche, aver perso il primo operatore di telefonia mobile a suo tempo c'è costato caro al di là della questione economica. I problemi s'hanno da risolvere, ora se non altro ce n'è uno di meno. Sempre che duri.
31-3-2025 18:18

Per il momento tutta questa euforia non la vedo... TIM continua ad essere un carrozzone che arranca (sorvolo sulla velocità della rete mobile che nelle mie zone non va oltre i 2 Mbps), Poste macina utili ma le lettere sono consegnate da postini sottopagati e con carichi di lavoro al limite dello sfruttamento.
31-3-2025 15:52

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