Garante privacy: l'anonimato fa parte del diritto della libertà di espressione in Internet.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-12-2012]
Una delle caratteristiche più peculiari di Facebook - rara nei siti web prima del suo avvento - è l'obbligo, imposto agli utenti, di utilizzare il proprio nome reale anziché pseudonimi (o nickname che dir si voglia).
Non a tutti quest'obbligo piace, specialmente a quanti si preoccupano per le implicazioni per la privacy che ciò comporta. Facebook si difende sostenendo che, accettando solo i nomi reali, può meglio difendere gli utenti dalle truffe, poiché essi sapranno sempre con chi si connettono, e impedire gli abusi: tutto questo dovrebbe insomma servire a migliorare la sicurezza dell'intero social network.
Secondo il Unabhängiges Landeszentrum für Datenschutz (ULD) dello Stato tedesco dello Schleswig-Holstein (in pratica, una sorta di Garante della Privacy) questa spiegazione fa acqua da tutte le parti: se davvero vuole proteggere i propri utenti, Facebook deve consentire l'utilizzo degli pseudonomi.
Anzi, il divieto di utilizzare nickname - «che non previene l'abuso del servizio al fine di insultare o provocare, né aiuta a prevenire il furto d'identità», come scrive la ULD - è addirittura contro la legge che garantisce «il diritto fondamentale della liberà di espressione in Internet», la quale invece prevede la possibilità impedita dal social network.
Pertanto, l'ULD ha ordinato a Facebook di consentire l'utilizzo di nomi alternativi rispetto a quello reale: «è inaccettabile» - sostiene la ULD per bocca del proprio presidente - «che un portale americano come Facebook violi la legge tedesca sulla protezione dei dati senza che alcuno si opponga».
Secondo te l'upload di file nei Gruppi di Facebook potrebbe incoraggiare la pirateria? | |||||||||
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L'ordinanza è valida soltanto per lo Schleswig-Holstein ma, a quanto è dato capire, Facebook non ha alcuna intenzione di obbedire: il social network afferma di essere in regola con la legge europea in materia di protezione dei dati personali, e anche - soprattutto - con quella irlandese, dove c'è la sede per l'Europa.
Proprio il garante irlandese, anzi, ha di recente avallato l'idea che l'obbligo di utilizzare il nome reale aiuti i membri di Facebook a gestire le informazioni private in maniera più sicura.
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