Per il CEO dell'azienda, il fine ultimo è trasformare la stampa in un abbonamento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-01-2024]
C'è qualcosa di ammirevole nella persistente volontà di HP di farsi cattiva pubblicità verso i suoi stessi utenti.
Infatti, proprio mentre sta affrontando una class action negli Stati Uniti a causa degli aggiornamenti del firmware che bloccano le stampanti a getto d'inchiostro quando non si usano cartucce originali, il CEO dell'azienda decide di scoprire le proprie carte e rivelare quel che davvero pensa degli utenti.
Durante un'intervista a CNBC, Enrique Lores ha infatti affermato innanzitutto che non trova nulla di male nel bloccare le stampanti che adoperano cartucce di terze parti: «Penso che sia importante che proteggiamo la nostra proprietà intellettuale. E quel che facciamo è che, quando identifichiamo cartucce che violano la nostra IP, impediamo alle stampanti di funzionare».
Questo comportamento si spiega perfettamente quando si viene a conoscenza di come Lores inquadra i clienti di HP: «Ogni volta che un utente compra una stampante, per noi si tratta di un investimento. Stiamo investendo in quel cliente, e se il cliente non stampa abbastanza o non usa i nostri consumabili, l'investimento risulta cattivo».
Bisogna insomma smetterla di comprare le stampanti perché se ne ha necessità. Bisogna invece comprare le stampanti e stampare a più non posso, perché mamma HP deve vendere i suoi consumabili.
È la dichiarazione plateale di come il modello seguito da HP (e certamente da molte altre aziende) non abbia nulla a che fare con la fornitura di apparecchi e servizi al cliente in base alle necessità di quest'ultimo: è il cliente che deve invece foraggiare l'azienda, indipendentemente dalle proprie reali necessità.
Qualora ci fossero ancora dei dubbi in proposito Marie Myers, Direttore Finanziario (CFO) di HP, ci ricordava già pochi mesi fa che lo strategia dell'azienda prevede di imprigionare l'utente per poterlo spremere.
«Vediamo chiaramente» - diceva Myers - «che quando si sposta un cliente dal modello puramente transazionale - per esempio con Instant Ink, più l'aggiunta della carta - si nota una crescita del 20% del valore di quel cliente, perché si sta rinchiudendo quella persona, la si sta impegnando in una relazione a lungo termine».
Certo, Lores può anche poi spingersi a dire che HP promuove con tanta decisione le proprie cartucce perché si preoccupa della sicurezza dei sistemi - «Abbiamo visto che si possono inserire dei virus nelle cartucce» ha dichiarato nell'intervista alla CNBC - ma alla fine la verità è una: «Il nostro obiettivo è facilitare la stampa il più possibile, e il nostro obiettivo a lungo termine è trasformare la stampa in un abbonamento».
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