App di autenticazione e chiavi hardware, anche di scorta

Gli SMS di autenticazione segreti non sono affatto segreti: meglio abbandonarli. (3)



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-06-2025]

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Gli SMS di autenticazione segreti non sono affatto segreti: meglio abbandonarli

Di fronte a questa situazione caotica e insicura degli SMS tradizionali, gli esperti di sicurezza raccomandano alternative più robuste. In molti casi si possono attivare dei PIN supplementari sui propri account, e molti grandi nomi dei servizi online, come Google o Meta, offrono soluzioni di autenticazione che fanno a meno degli SMS e anzi stanno incoraggiando gli utenti ad abbandonare la ricezione di codici tramite messaggi telefonici tradizionali.

Una delle soluzioni più efficaci è l'uso di una app di autenticazione, come quelle di Google [AndroidiOS] e Microsoft [Android; iOS], che si chiamano entrambe Authenticator, oppure Authy di Twilio. Per usarla, si entra nel proprio account del servizio che si vuole proteggere e lo si imposta in modo che non mandi un SMS con dei codici di verifica ma richieda un codice generato dall'app di autenticazione. Quel codice dura un minuto e poi viene cambiato automaticamente, e la sincronizzazione fra l'app e il sito si fa semplicemente inquadrando una volta con il telefono un codice QR.

Un altro metodo è l'uso di chiavi di sicurezza hardware: degli oggetti fisici, simili a chiavette USB, che si inseriscono nel computer, tablet o telefonino oppure si tengono vicini a uno di questi dispositivi per autorizzarlo ad accedere a un servizio online. Costano qualche decina di euro o franchi e diventano una sorta di portachiavi elettronico.

Queste soluzioni offrono maggiore sicurezza rispetto alla situazione colabrodo attuale degli SMS, ma in cambio richiedono un po' di attenzione in più da parte dell'utente e, nel caso della chiave hardware comportano anche una piccola spesa.

Hanno anche un altro limite: accentrano tutti i codici in un'unica app o un unico dispositivo, per cui se si perde o rompe il telefonino o la chiave hardware si rischia di perdere accesso a tutti i propri account, mentre gli SMS invece arrivano sempre e comunque e sono separati per ogni account. Ma anche qui ci sono dei rimedi: si possono avere copie multiple dell'app di autenticazione su telefonini differenti o su più di una chiave hardware, un po' come si fa con le chiavi della porta di casa, di cui è prassi normale avere almeno un paio di esemplari.

Se avete in casa un vecchio smartphone che non usate più perché la batteria non regge, potete recuperarlo facendolo diventare il vostro autenticatore di scorta, da lasciare a casa al sicuro in un cassetto e da usare in caso di furto o guasto dello smartphone principale.

Le soluzioni, insomma, ci sono. Ma resta la constatazione amara che le società più ricche del pianeta, come Google, Amazon o Meta, non sono disposte a spendere per garantire meglio la sicurezza dei propri utenti e continuano ad appoggiarsi a questa ingarbugliata rete di intermediari e sottointermediari invece di prendere il toro per le corna e mandare gli SMS di autenticazione direttamente. Tanto se perdiamo accesso ai nostri dati sui loro server, se ci saccheggiano il conto PayPal o Twint o quello in criptovalute, se perdiamo il controllo dei nostri profili social o qualcuno si legge tutta la nostra mail, il problema è nostro, non loro. E quindi, cinicamente, a queste grandi aziende conviene barattare la nostra sicurezza in cambio di un loro risparmio.

È dunque il caso di rimboccarsi le maniche virtuali e abbandonare gli SMS, pensando in prima persona alla propria protezione digitale, senza aspettare che lo faccia qualcuno per noi.

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Paolo Attivissimo

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