[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-04-2019]
Quando, giorni fa, è emersa la notizia secondo la quale Amazon ha messo migliaia di dipendenti ad ascoltare le conversazioni degli utenti che hanno in casa un dispositivo con l'assistente virtuale Alexa, molte reazioni sono state tutt'altro che scomposte.
Molte erano infatti costruite intorno a un'ironica partecipazione emotiva alla noia che devono provare quelle povere persone costrette ad ascoltare le frasi senza contesto di illustri sconosciuti, e in generale le preoccupazioni per la privacy sono state pochine.
Ora però, secondo quanto riporta Bloomberg in un'intervista a cinque ex dipendenti di Amazon, che avevano proprio il compito di analizzare le registrazioni di Alexa, si scopre che le informazioni a disposizione di Amazon sono di più.
I cinque hanno affermato che Amazon può accedere, per ogni registrazione, anche ai dati di localizzazione, e che gli addetti alla revisione dell'audio possono facilmente trovare l'indirizzo di casa di uno qualunque degli utenti.
Prove che queste informazioni siano state usate in maniera impropria non ci sono, ma alcuni dei membri del gruppo di revisione di Alexa sono davvero preoccupati che qualcuno, tra i tanti, possa decidere di adoperare un dato tanto delicato per fini non propriamente altruistici.
Amazon, inoltre, sostiene che in generale i dipendenti non hanno «accesso diretto a informazioni che possano identificare la persona o l'account» ma deve anche ammettere che tale possibilità è stata concessa a «un numero limitato di dipendenti».
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