Cassandra Crossing/ Scrivere in una chat ha senso? Le parole scritte possono entrare a far parte dell’Infosfera, ma quelle scritte nelle chat sono destinate al peggiore degli oblii; indisponibili per tutti, tranne che GAFAM e IA.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-04-2023]
Cassandra è abituata alle chat: dopotutto anche ai suoi tempi c'era IRC. Ma fin da allora ha sempre preferito comunicare via posta elettronica, visto che il real time delle chat non le era quasi mai necessario.
Certo, ai tempi era l'email il mezzo digitale planetario di comunicazione, con le chat relegate in un angolo. L'avvento dei social ha ribaltato la situazione, e oggi l'email è diventata un mezzo di comunicazione importante in certi contesti, ma ormai minoritario, così minoritario che anche gli spammer sono quasi scomparsi. In questo non c'è niente di strano; quante volte in Rete un mezzo di comunicazione ne ha soppiantato un altro?
Ma c'è un "ma"; il destino della comunicazione scritta nelle chat è molto diverso da quello di tutte le forme di scrittura precedenti, dalle tavolette di argilla fino alla posta elettronica, ed è questo l'oggetto della riflessione di oggi.
Chiunque abbia mai scritto per comunicare i propri pensieri, mentre vergava le parole si è chiesto certamente che fine avrebbero fatto. Magari pensava alle contingenze immediate, dettate dallo scrivere un libro per un editore, un articolo di giornale, o un manifesto politico come quello di Ventotene rinchiusi in una cella.
Ma del destino dello scritto, argomento che ha toccato fin dall'alba della scrittura la mente di molti, oggidì poco ci si preoccupa.
In parte questo è dovuto all'esplosione della scrittura nel mondo digitale; persone che hanno letto libri ma non hanno mai scritto una lettera su carta, e forse nemmeno una email, riversano in Rete tramite social e chat migliaia di parole al giorno. E anche se sembrano solo chiacchiere effimere, trasportano una parte rilevantissima del loro Sé digitale.
Senza perdere tempo nel descrivere fenomeni atipici, come l'esistenza di persone bacate nel profondo che, se si accorgono di un'errore di battitura compiuto scrivendo in una chat, lo correggono, parliamo del destino di queste parole.
Da sempre, ogni comunicazione scritta ha avuto una possibilità, una speranza di attraversare i tempi e giungere a persone lontane nel tempo e nello spazio, che avrebbero potuto beneficiarne.
Incisioni rupestri, tavolette d'argilla, rotoli di papiro, iscrizioni celebrative, pergamene miniate, registri parrocchiali, libri rilegati di carta durevole, faldoni di contabilità, paperback che si spaginano e si sbriciolano; una parte di quanto riversato in questi media è sopravvissuto ai secoli e talvolta ai millenni, spesso recando messaggi e conoscenza un tempo ritenuta banale e oggi considerata di grande importanza.
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La cultura, l'Infosfera e il cibo per le IA
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