Il Codacons ha deferito Meta all'Antitrust e al Garante per la Privacy, accusando l'azienda di violazione del GDPR.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-05-2025]
L'introduzione in WhatsApp di Meta AI, l'assistente virtuale basato sull'intelligenza artificiale, ha scatenato una forte reazione tra gli utenti ma anche tra le associazioni a difesa dei consumatori: hanno visto apparire da un giorno all'altro un pulsante con l'AI senza possibilità di disattivazione. Senza alcun preavviso né consenso esplicito, Meta ha integrato questa nuova funzionalità nell'app, sollevando preoccupazioni su privacy, trasparenza e correttezza commerciale.
Di recente il Codacons ha deciso di prendere in mano la situazione presentando un esposto all'Antitrust e al Garante per la Protezione dei Dati Personali, oltre a diffidare Meta dall'imporre ulteriormente il servizio.
Secondo il Codacons, l'attivazione automatica di Meta AI, senza possibilità di disattivazione completa, rappresenta una grave violazione dei diritti degli utenti. La funzione può essere solo ignorata o parzialmente oscurata, senza che ciò impedisca il trattamento dei dati personali che potrebbe attivare.
L'associazione sottolinea come gli utenti si siano trovati di fronte a una funzionalità non richiesta, senza comunicazione preventiva o opzione per rifiutarla: è un approccio che manca di trasparenza e potrebbe configurare una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del Consumo italiano.
L'imposizione di Meta AI viene presentata come un miglioramento del servizio; ma il Codacons sospetta che l'obiettivo reale sia raccogliere ulteriori dati per affinare i modelli di intelligenza artificiale di Meta e fidelizzare gli utenti attraverso tecniche persuasive.
Al centro delle accuse mosse dal Codacons c'è il mancato rispetto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, noto come GDPR. L'integrazione di Meta AI violerebbe i principi di liceità, correttezza e trasparenza: Meta non avrebbe informato adeguatamente gli utenti sull'attivazione della funzionalità né sulle modalità di trattamento dei dati associati.
Inoltre, mancherebbe una base giuridica valida per il trattamento: infatti non esiste un consenso preventivo, esplicito e libero, come richiesto dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella sentenza Planet49.
Meta non può giustificare il trattamento dei dati con un generico legittimo interesse, poiché questo non bilancia adeguatamente i diritti fondamentali degli utenti. Queste violazioni sollevano serie preoccupazioni sulla privacy, considerando che Meta AI potrebbe raccogliere e analizzare dati personali per migliorare le sue prestazioni, senza che gli utenti abbiano pieno controllo sulle proprie informazioni.
La difficoltà di disattivare completamente la funzione alimenta infine il sospetto che Meta stia sfruttando la sua posizione dominante per imporre scelte che favoriscano i propri interessi commerciali.
Oltre alle questioni di privacy, il Codacons accusa Meta di adottare pratiche commerciali scorrette: esse potrebbero falsare in modo rilevante il comportamento economico del consumatore medio, inducendo gli utenti a interagire con una funzionalità potenzialmente invasiva senza piena consapevolezza delle sue implicazioni.
Il Codacons ha quindi chiesto all'Antitrust e al Garante della Privacy di avviare un'indagine approfondita per verificare la conformità delle pratiche di Meta alle normative europee e nazionali: ha diffidato Meta Platforms Ireland Limited dall'attivare automaticamente Meta AI fino a quando non saranno garantite trasparenza, possibilità di disattivazione completa e rispetto del GDPR.
Per gli utenti preoccupati per la loro privacy, le opzioni al momento sono limitate, poiché WhatsApp non offre un modo diretto per disattivare Meta AI. Tutto ciò che si può fare è evitare di adoperare la funzionalità, controllare le autorizzazioni concesse a WhatsApp per limitare la condivisione dei dati ed eventualmente segnalare il problema al Garante della Privacy o ad associazioni come il Codacons.
Gli utenti europei possono anche provare a opporsi al trattamento dei dati per scopi di intelligenza artificiale tramite i moduli forniti da Meta per Facebook e Instagram, come suggerito dal Garante in precedenti comunicazioni. Ma non è chiaro se questa opzione si applichi specificamente a WhatsApp.
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