Zuckerberg contro Zuckerberg: l'avvocato Mark Zuckerberg cita Meta per sospensioni ingiuste su Facebook



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-09-2025]

zuckerberg contro zuckerberg
Foto di Glen Carrie.

Un avvocato di Indianapolis, Mark Steven Zuckerberg, ha intentato una causa contro Meta Platforms, la società madre di Facebook, per negligenza e violazione contrattuale, a causa delle ripetute sospensioni dei suoi account personali e aziendali sulla piattaforma. La vicenda nasce dalla sfortunata omonimia tra l'avvocato e Mark Elliot Zuckerberg, il celebre fondatore di Facebook. Negli ultimi otto anni l'account aziendale dello studio legale di Mark S. Zuckerberg è stato disattivato cinque volte, mentre il suo profilo personale è stato sospeso quattro volte, con accuse di «impersonare una celebrità» o di utilizzare un «nome falso». Queste sospensioni, spesso prolungate per mesi, avrebbero causato danni economici significativi, tra cui la perdita di 11.000 dollari in investimenti pubblicitari, oltre a difficoltà nella comunicazione con i clienti e un impatto sulla reputazione professionale.

La causa, depositata presso il Marion Superior Court di Indianapolis, evidenzia le difficoltà affrontate dall'avvocato a causa del suo nome, che lo ha reso bersaglio di un sistema di moderazione automatizzato di Meta. Mark S. Zuckerberg, specializzato in diritto fallimentare, ha dichiarato a WTHR che, nonostante abbia fornito ripetutamente documenti di identità - tra cui patente e carte di credito - per verificare la sua autenticità, le sospensioni sono continuate. «È offensivo che un'azienda così tecnologicamente avanzata non riesca a distinguere i miei account e a impedire che questo accada», ha detto, sottolineando la frustrazione per un processo di appello lungo e inefficace. In un caso, il ripristino del suo account ha richiesto sei mesi, durante i quali non ha potuto accedere alla sua pagina aziendale, essenziale per promuovere il suo studio legale.

Il problema non si limita alle sospensioni. Sul suo sito web, Mark S. Zuckerberg elenca una serie di inconvenienti legati alla condivisione del nome con il CEO di Meta, tra cui minacce di morte, molestie, richieste di supporto tecnico per problemi di Facebook e persino una causa intentata dallo stato di Washington per errore di identità. Sebbene l'avvocato abbia scherzato sul fatto che il suo nome gli abbia occasionalmente garantito vantaggi, come prenotazioni più rapide nei ristoranti, il peso delle conseguenze professionali è stato significativo. La perdita di 11.000 dollari in pubblicità, per esempio, è stata paragonata da Zuckerberg a «pagare per un cartellone pubblicitario che poi viene coperto da un telone», un'analogia che sottolinea l'ingiustizia di aver investito in un servizio non usufruito.

Dal punto di vista legale la causa si basa sulla violazione dei termini di servizio di Meta, che dovrebbero garantire un accesso equo agli utenti verificati. L'avvocato chiede il ripristino permanente dei suoi account, un'ingiunzione per prevenire future sospensioni e un risarcimento per le perdite economiche, incluse le spese pubblicitarie e legali. Meta ha risposto alla causa dichiarando che l'account di Mark S. Zuckerberg è stato ripristinato dopo aver accertato che la sospensione era dovuta a un errore. Un portavoce ha aggiunto che l'azienda sta lavorando per prevenire futuri inconvenienti, ma non ha fornito dettagli su come intenda affrontare il problema a livello sistemico. Il ripristino è però avvenuto solo dopo l'avvio dell'azione legale, suggerendo che le procedure di appello standard di Meta siano inadeguate per casi come questo.

Il caso porta a farsi qualche domanda sul più ampio argomento relativo all'efficacia dei sistemi di moderazione automatizzata. Gli algoritmi di Meta, progettati per identificare comportamenti fraudolenti o violazioni delle policy, sembrano incapaci di distinguere tra un utente reale e un presunto impostore in casi di omonimia. Questo problema è particolarmente rilevante in un'epoca in cui le piattaforme social sono essenziali per il marketing e la comunicazione aziendale, soprattutto per professionisti come avvocati o piccoli imprenditori. Nel caso di Zuckerberg, l'ironia di essere accusato di impersonare sé stesso aggiunge un elemento di assurdità, ma sottolinea una falla sistemica che potrebbe riguardare chiunque con un nome simile a una figura pubblica.

Qui sotto, una breve intervista dell'emittente di Indianapolis WTHR all'avvocato Zuckerberg.

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Commenti all'articolo (1)

Sorprende che non abbiano cercato la conciliazione offrendosi di pagargli il cambio di nome (negli States č relativamente semplice)... :twisted:
8-9-2025 07:49

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