Archivismi: Cassandra Crossing non si accontenta, vuole arrivare più lontano e vuole sopravvivere non per decenni ma per secoli o millenni. Ce la può fare?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-04-2024]
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Archivismi: la preservazione della cultura
Nelle precedenti pagine di Archivismi abbiamo descritto la prima campagna di archiviazione; quella della rubrica Cassandra Crossing su Internet Archive. È stato un lungo percorso, poiché siamo partiti dallo studio della struttura di Internet Archive, seguito la preparazione dei dati, realizzato qualche decina di righe di script per automatizzare il tutto, eseguito gli upload veri e propri, e infine la ripulitura dei dati e la correzione degli errori nei metadati.
Oggi invece introdurremo la terza campagna di archiviazione di Cassandra Crossing. «Ohibò» — dirà qualcuno dei più informati 24 lettori — « la terza campagna? Ma dove ci hai raccontato la seconda?». Giustissimo, la seconda non l'ho raccontata perché è stata troppo facile e veloce. La seconda campagna consisteva nell'archiviazione dei 106 video di Quattro Chiacchiere con Cassandra su Internet Archive.
Cassandra ha deciso di non parlarne perché è appena finita e ha richiesto solo 20 minuti di preparazione del foglio elettronico di bulk upload e circa un'ora di caricamento.
È pur vero che avevamo maturato una preziosa esperienza precedente, che i metadati inseriti sono elementari e che i dati di partenza erano già ben strutturati, ma una cosa così semplice e veloce non poteva meritare una pur breve esternazione di Cassandra.
Per cui la butto li, andatevi a vedere il risultato, e passiamo davvero alla terza campagna di archiviazione, che ve lo anticipo, sarà ben più stuzzicante.
Dobbiamo però, come Cassandra vi ha ormai abituato, raccontare un po' di storia. Veramente assai più di un po', visto che non si tratta di partire dall'alba di Internet, nemmeno dall'alba dei computer, ma addirittura dall'alba della scrittura, il che vuol dire riavvolgere il nastro, così all'ingrosso, di 5 millenni abbondanti.
È da quella remota epoca che è giunto fino a noi il primo archivio di informazioni omogenee, scritto in caratteri cuneiformi su circa 4.000 tavolette di argilla. Se consideriamo la tavoletta di argilla come supporto informativo, potremmo dire che le tavolette di Uruk si sono rivelate molto durevoli, facendo impallidire tutti i moderni supporti informatici.
È pur vero che innumerevoli altre tavolette di argilla non hanno superato, come le loro più famose 4000 colleghe, il lungo viaggio fino a noi; ma comunque l'efficacia del supporto rimane notevole. I rotoli di pergamena si sono rivelati poco meno durevoli; i più antichi superano infatti di poco i duemila anni, e la durata "media" della pergamena, conservata in condizioni ideali, è stimata intorno ai mille anni.
Alcuni papiri sono giunti a noi dall'antico Egitto e quindi sono durati anche loro per millenni, ma in condizione estremamente particolari (tombe sigillate nel deserto). Nei climi europei e in condizioni di conservazione ideali hanno invece una durata stimata intorno ai 300 anni.
Vale la pena di notare che la scomparsa della pergamena come supporto per le informazioni è dovuto proprio all'avvento del papiro, più economico, più facile da scrivere, più leggibile ma meno durevole.
L'avvento della carta ha ulteriormente peggiorato le cose; se alcuni volumi del passato hanno superato molti secoli, tutta la produzione moderna di carta ha una durata limitata a pochi decenni, con casi estremi come certi tascabili degli anni '90 o la carta di giornale, che bastava lasciare al sole per vederla letteralmente sbriciolarsi. Colpa di additivi chimici e sbiancanti, usati per migliorarne l'aspetto, e di processi di lavaggio inefficienti.
Possiamo riassumere che c'è stato un progresso continuo tra un supporto e l'altro che ha prodotto costi minori, prestazioni migliori e durate peggiori. D'altra parte sostituire supporti inorganici e incombustibili con supporti organici e combustibili non poteva che peggiorare la durata delle informazioni ivi registrate.
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Cassandra e i supporti informatici
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