[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-04-2024]
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Archivismi: la preservazione della cultura
In campo informatico non c'è una esperienza storica così lunga. Inizia solo dagli anni '50 del secolo scorso, con le schede perforate (e per inciso ne ho un pacchetto in perfetto stato di conservazione in un cassetto, perforate per la tesi nel 1980).
I supporti informatici, magnetici od ottici, hanno avuto performance assai meno brillanti. A parte l'obsolescenza tecnologica intrinseca delle periferiche di lettura/scrittura che diventano introvabili o non funzionanti, che rende illeggibili anche supporti che sarebbero ben conservati, persino i nastri magnetici e i Cd-Rom, che vantavano durate di 30 anni, si sono in realtà rivelati molto più cagionevoli del previsto.
Una campagna di trasferimento dati eseguita di persona da Cd-R di meno di venti anni conservati in condizioni ideali ha portato a quasi il 10% di supporti con problemi più o meno gravi di lettura.
La triste verità è che lo sviluppo dell'informatica moderna ha sempre privilegiato la riduzione del costo unitario dei supporti, la densità delle informazioni ivi registrate, la velocità di accesso alle informazioni stesse, senza porre una equivalente cura alla durata dei supporti stessi.
Questo può essere sufficiente per spiegare come mai la durata dei supporti, a partire dai 20-30 anni degli anni '60, non sia migliorata ma anzi sia semmai peggiorata. Non stiamo infatti parlando di sistemi dotati di ridondanza e algoritmi di correzione; questi sistemi devono essere dinamici, consumano energia e sono soggetti comunque a problemi di sicurezza informatica e di scarsa resilienza alle catastrofi.
Quello che serve sono supporti che conservino in maniera affidabile le informazioni per la loro stabilità e durata intrinseche, e in maniera completamente passiva, senza consumare energia, né direttamente, come una stringa di dischi in RAID che deve essere alimentata e funzionante per essere stabile, né indirettamente, a causa di processi produttivi costosi o la necessità di impianti attivi di conservazione, come condizionamento/riscaldamento per la stabilizzazione della temperatura.
Servono anche supporti in cui la rappresentazione dei dati non sia così "lontana" dalla percezione degli utenti. La maggior parte delle unità di lettura/scrittura di dati digitali producono supporti sui quali i dati sono impercettibili con mezzi normali, e possono essere rivelati solo con un particolare tipo di unità hardware.
Ambedue queste caratteristiche sono presenti nella soluzione che attualmente garantisce i tempi di conservazione più lunghi tra i prodotti disponibili sul mercato. Curiosamente, ma forse non per caso, si tratta di una tecnologia abbastanza vecchia, a cui sono state apportati alcuni miglioramenti.
Parliamo delle pellicole fotografiche "normali", cioè all'alogenuro di argento, e in particolare di quella utilizzata dalla Piql, una azienda norvegese, insieme al macchinario per registrarvi informazioni digitali.
Il formato della pellicola, che è un prodotto commerciale, è il normale 35 millimetri; il supporto usato è un tipo di poliestere e la gelatina e l'emulsione hanno ovviamente caratteristiche particolari. La durata di questa pellicola, opportunamente impressionata e sviluppata, è stimato poter arrivare a 500 anni, conservata a temperatura ambiente e in condizioni ottimali.
La scrittura dei dati sulla pellicola, che alla fine è comunque una normale pellicola fotografica, può avvenire in vari modi, sia visuali che codificati. Dati analogici come immagini e microfilm possono essere inseriti normalmente. I dati digitali vengono invece codificati in fotogrammi simili a dei QR code che contengono ciascuno un blocco di dati.
Il fatto che la codifica sia "visiva" rende possibile eseguire la decodifica, noto il metodo di codifica, anche senza le apparecchiature originali, usando un oggetto che esegua scansioni ad alta risoluzione e un computer, dotato di un opportuno software, che riassembli le scansioni nei file digitali originali.
Alla fine circa un chilometro di pellicola viene inserito in un contenitore appositamente progettato per una lunga conservazione. Il periodo di conservazione viene ulteriormente esteso diminuendo la temperatura di conservazione.
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Cassandra e la miniera
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