Il dizionario di Cassandra/ Come definire un tentativo di portare alla luce le iniziative per la conservazione della cultura? Un tentativo di preservare quello che ognuno pensa che meriti di essere preservato? Un atteggiamento corretto verso la cultura, l'infosfera e il loro futuro?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-11-2023]
Ar-chi-vis-mo: s.m. (pl. -mi,)
1. atto di preservazione della cultura, particolarmente di quella in ambito digitale.
2. atteggiamento generale orientato alla preservazione di artefatti culturali.
Ohibò — esclameranno i 24 increduli lettori — se Cassandra, dopo tanto tempo, formalizza oggi un neologismo, vuol dire che c'è qualcosa di importante all'orizzonte. Ma non si tratta di una novità: al contrario è un discorso portato avanti da tempo, prima in maniera quasi istintiva, poi sempre più strutturata e convinta.
La necessità di preservare ciò che ogni essere umano, prima o poi, lascia in eredità agli altri non può essere gravame solo di particolari categorie di persone, ma prima di tutto responsabilità di ciascuno.
Se guardiamo verso l'orizzonte (non quello davanti a noi, quello dietro), vediamo un percorso continuo di attività di preservazione della cultura, che parte da tradizioni orali e tavolette di argilla per arrivare alla Rete e alle isole Svalbard; questo percorso passa attraverso di noi e continua in avanti, fino al nostro orizzonte e oltre.
Per questo alcune delle prossime esternazioni di Cassandra saranno dedicate a illustrare come anche un normale internauta può indossare la fascia di bibliotecario digitale, se è convinto di avere qualcosa che meriti di essere conservato; qualcosa che non sia destinato a rimanere chiuso nei database proprietari delle chat e dei social, foraggio per il capitalismo della sorveglianza, in cui la maggior parte degli internauti "conferisce" le proprie parole, immagini e pensieri.
Qualcosa che non sia nemmeno destinato a perdersi nel cestino della carta, nel cestino digitale delle cancellazioni volontarie, o nel Grande Cestino dei Bit, in cui finiscono i dati degli smartphone rubati, gli hard disk rotti, le chiavette USB illeggibili, i PIN crittografici dimenticati e gli account cloud spariti o inaccessibili.
Qualcosa che nel prossimo futuro, quando le informazioni vere e quelle false saranno mischiate insieme, si possa più facilmente trovare dentro un'Infosfera sempre più avvelenata dalle false IA.
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