Prende vita il sistema unitario di brevetti a tutela delle opere dell'ingegno e dell'attività creativa. Non tutti sono d'accordo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-12-2012]
Ben 25 ministri dell'economia dei Paesi membri dell'Unione Europea hanno adottato in via deliberante un sistema unitario di brevetti che vedrà prossimamente la luce (dovrebbe essere completamente operativo nel 2014).
Il risultato è stato raggiunto non senza un lungo dibattito tra coloro che lo considerano un freno per l'innovazione e coloro che invece lo ritengono un incentivo alla produttività.
Il Parlamento Europeo ha già ratificato l'accordo, in base al quale si produce una notevolissima semplificazione da punto di vista amministrativo e un grosso risparmio in termini di costi.
Infatti con il versamento di soli 4.700 euro (modica spesa, in raffronto agli oltre 36.000 in media sinora necessari) d'ora in avanti gli aventi diritto godranno di un copyright valido per tutti gli Stati firmatari, senza dover procedere a reiterate e faticose procedure di deposito.
A dire il vero una certa semplificazione già esisteva, dato che era possibile depositare in una segreteria centralizzata le varie richiesta di brevetto indirizzate agli Stati in cui si intendeva tutelare i propri diritti; restava tuttavia l'incognita del tempo necessario all'operazione e quella relativa all'accettazione, a fronte di una sola certezza: il costo dell'operazione.
Per evitare i rischi connessi alla frammentazione delle vertenze e alle possibili contraddizioni decisionali, nonché per stroncare sul nascere le eventuali pressioni sui giudici, l'accordo prevede un'unica autorità giudicante che abbia sedi a Londra, a Monaco e a Parigi.
Le cause potranno essere proposte in una qualsiasi delle lingue dei Paesi dell'Unione (non solo quelle dei firmatari); i dissenzienti - che sono, guarda caso, Italia e Spagna - potranno tuttavia aderire in seguito.
Alcune importanti multinazionali di telefonia, tenendo forse presente la nota diatriba esistente tra Apple e Samsung, non sembrano entusiaste dell'accordo, ma sono dubbiose circa il fatto che il medesimo si traduca in vantaggi immediati per la competitività e l'innovazione.
Temono infatti che tutto ciò non faccia altro che semplificarel'azione dei patent troll, quelle aziende create unicamente per ramazzare brevetti già esistenti e intentare quindi remunerative azioni legali contro i big del settore.
È infatti ormai cosa nota che negli Stati Uniti di solito le imprese ritengono preferibile concordare una soluzione economica piuttosto che investire risorse in cause lunghe, costose e dall'esito spesso incerto, come recenti avvenimenti insegnano.
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